Due artisti per una doppia inaugurazione alla Galleria Traghetto, che oltre alla sede storica di Venezia, apre un secondo spazio a Roma. Mirko Baricchi e Simone Pellegrini hanno accettato di confrontarsi su un progetto unitario – curato da Alberto Zanchetta – che si svilupperà nelle due sedi.
Il titolo della mostra “Spezzare il tetto della casa” riconduce al concetto di oltre, muovere all’esterno per ritrovare una nuova unità nella parte più intima del nostro io.
Le carte lacere di Simone Pellegrini suggeriscono un divenire senza fine, lineare, come un ininterrotto fregio della vita. In esse non viene mai meno la costante di un ritorno alla sorgente, al pensiero nativo. Le opere di Pellegrini sono una ripresa/riscoperta continua: i corrugamenti della carta ricordano lo stadio primevo dell’esistenza, smottamenti tellurici ed emersioni in cui le forme e la vita si assestano. Territori di formazione in cui le figure sono travolte dal periglioso, da una sfida sia esteriore che interiore.
All’idea di una infanzia dell’umanità si contrappone un’infanzia dell’uomo, quella di Mirko Baricchi. Abbarbicato nell’intimità dell’io e della casa, i quadri dell’artista sembrano percorsi dalle fosforescenze, dai bagliori della nostalgia. Il loro sviluppo è totemico, con un immaginario crepuscolare che denota un’evidente indole saturnina; lo comprovano i ricordi e gli oggetti d’affezione che, riaffiorando dall’oblio della memoria, fanno nuovamente breccia nel presente.