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Bulgaria. L’importanza dei monasteri

Ruolo fondamentale nella storia della Bulgaria lo hanno avuto i monasteri, oggi preziosi monumenti ricchi di cultura, tutelati e restaurati. Il più famoso è il Monastero di Rila, incastonato in una montagna, ricco di suggestioni mistiche ed artistiche.

Sofia

Nella
storia della Bulgaria un ruolo fondamentale lo hanno avuto i monasteri, dove sorgeva, si archiviava
e si conservava la cultura nazionale. Durante la dominazione ottomana solo nei
conventi c’era la possibilità di alimentare e diffondere i valori spirituali del popolo mentre in seguito, nell’epoca
risorgimentale, divennero veri e propri centri
di attività illuministica
e rivoluzionaria,
sempre un rifugio sicuro per i militanti politici. Oggi i santuari religiosi
sono preziosi monumenti ricchi di
cultura, tutelati e restaurati per la gioia di migliaia di visitatori che
vengono da ogni parte del mondo per ammirare le opere immortali dei maestri
bulgari.

La
sensazione che si prova varcandone i solidi portoni di legno porta immediatamente
ad una quiete che tocca l’anima: cortili ornati da rigogliosi bossi, fiori
variopinti sotto i pergolati carichi di viti, fontane di pietra che zampillano,
tutto infonde pace. L’architettura e l’arredamento fanno assomigliare i
conventi a case risorgimentali, ricchi di icone e affreschi dai colori
smaglianti. Tra i numerosi monasteri sparsi su tutto il territorio bulgaro,
quello più grande e  senz’altro il più
famoso è il Monastero di Rila. Sorge
a 1147 metri di altitudine, nel cuore del suggestivo massiccio montano di Rila,
e a 119 km da Sofia. Due volte distrutto e ricostruito, è da sempre rifugio
tranquillo per gli eremiti.

Fondato nel X secolo da Ivan Rilski, assomiglia più
ad una fortezza che ad un monastero, ricco com’è di mura di cinta e molteplici
feritoie. E’ composto da un edificio di quattro piani con 300 celle collegate
da scale, gallerie e terrazze, poi c’è un grande cortile, una chiesa e la torre
del despota Hrelio. Nella chiesa principale si respirano forti suggestioni
artistiche grazie ad affreschi, icone e intagli di stupenda bellezza: l’opera
d’arte più preziosa, contenuta all’interno, è l’Iconostasi di legno di noce. Le pareti furono affrescate da Zahari Zograf ed altri pittori e le
icone risalgono al XIV e al XIX secolo. La Biblioteca
è molto ricca, circa 20 mila volumi tra antiche agiografie, vangeli e
incunaboli, e il Museo conserva
invece antichi manoscritti, icone, doni ricevuto da conventi stranieri, diplomi
regali e firmani dei sultani.