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125 Milioni di caz..te

Finito il tormentone sul titolo del nuovo programma di Celentano su Raiuno. Dopo tutte le polemiche arriva il suo ultimatum: “se la Rai cambia il titolo, io non vado in onda”.

Celentano show
courtesy of © www.celentano.it

E finita in una bolla di sapone la valanga di polemiche sul titolo scelto da Adriano Celentano per lattesissimo programma che segna il suo ritorno su Raiuno dopo Francamente me ne infischio, primo premio al festival della televisione di Montreux 2000 lo scorso anno. Cera da aspettarselo, insomma, nonostante tutte le dichiarazioni del direttore di Raiuno Maurizio Beretta, del consigliere di amministrazione Giampiero Gamaleri, del presidente della commissione di Vigilanza Rai Mario Landolfi e via dicendo.
Un primo segnale di distensione, per così dire, era arrivato dal presidente Roberto Zaccaria ma a distanza di poche ore dai titoli roventi dei giornali, è già tutto archiviato. In una video conferenza trasmessa da Milano, Celentano ha ufficialmente dichiarato: il titolo del programma resta 125 milioni di caz..te, altrimenti non vado in onda. E bastato questo per far chinare il capo ai vertici Rai, tutti corsi a Milano per sedersi ai lati di Celentano, unimmagine rassicurante e paradossale allo stesso tempo. Senza voler fare un inutile cronistoria, è giusto almeno ricordare che poche ore prima dellannuncio di Celentano si era parlato di titolo incondivisibile per Raiuno (Beretta), ennesima grave scivolata per limmagine della Rai (Gamaleri), più altre definizioni del tipo volgarità inaccettabile o scelta inqualificabile. A dirla così, sembra una sceneggiatura da commedia allitaliana, invece è tutto vero. A buttarla sul ridere è stato lo stesso presidente Zaccaria che, allinizio della conferenza stampa, ha mostrato a Celentano una rassegna di agenzie divise fra favorevoli, contrarie e astenute. Il molleggiato più celebre dItalia è stato però irremovibile. La zeta del titolo non si può assolutamente togliere, la gente potrebbe pensare a 125 milioni di cascate, invece gli spettatori devono capire che si tratta proprio di cazzate. Nel titolo resterà una mezza zeta e se viene modificato negli spot o nel programma io non vado in onda. Talmente chiaro che Gamaleri, pur ricordando di rappresentare solo un quinto del cda Rai, si è affrettato a dire Va bene, la sigla è un forte richiamo che rappresenta bene lo spirito di Cementano. A vederci bene, tutto sommato, la vicenda sembra quasi un regalo a Striscia la notizia e alla banda di Antonio Ricci…..Non contento, il cantante fa anche un appello alle conduttrici del TG1, Lilli Gruber e Maria Luisa Busi: chiedo ad entrambe di non farsi prendere dal perbenismo e pronunciare per intero la parola cazzate, che ormai è entrata nel linguaggio comune. Ma, al di là di tutto, da dove nasce questo titolo così discusso? 125 milioni sono davvero tante – dice lo showman – ma ovviamente quattro puntate non bastano per proporne tante. Il titolo mi è venuto in mente pensando a tutte le cazzate che succedono giorno per giorno, non solo in Italia. Pensiamo a Bush, che quando era governatore del Texas se ne è fregato dellambiente e del riscaldamento del pianeta. In ogni caso, ci tengo a dirlo, non cè nulla di autobiografico. Qualche cazzata labbiamo fatta tutti, ci ho pensato quando vedendo pochi giorni fa una vecchia puntata di Fantastico ho riascoltato un mio monologo…..Le vere cazzate, comunque, sono altre, quelle che mettono a repentaglio la vita della gente.
Proviamo a capire, allora, come sarà il nuovo spettacolo di Celentano, quattro puntate ogni giovedì alle 20,50 su Raiuno a partire dal 26 aprile. Il cantante è deciso a mantenere leffetto sorpresa e, per ora, lunica certezza è che lo studio è stato allestito dal centro produzione Rai di Milano in una vecchia cartiera di 3000 metri quadri trasformata in un teatro di posa. Uno studio gigantesco con attrezzature avveniristiche e una scenografia – firmata da Gaetano Castelli – di stampo cinematografico, sospesa fra le strade americane di Jack Kerouac e la via Gluck degli anni 50. In ogni puntata, dalla durata di due ore e mezza, Celentano proporrà le sue canzoni di ieri e di oggi , senza rinunciare ai suoi celebri monologhi e ai temi che lo vedono impegnato da anni, dai disastri ambientali alle bombe nucleari. Per il suo nuovo spettacolo (lennesimo prodotto da Bibi Ballandi per la Rai) Celentano ha voluto come coautori Michele Serra, Linus, Miki del Prete e Claudio Fasulo, una squadra a cui si aggiunge la collaborazione del noto giallista Carlo Lucarelli per alcune fiction di circa 15 minuti. E questa, infatti, la novità più attesa: tre minifiction a sfondo sociale che vedranno la partecipazione, fra gli altri, di Giuliano Ferrara, Gad Lerner, Giancarlo Giannini e Claudio Amendola. Noi facciamo uno spettacolo per dare distensione, è vero, ma questo non vuol dire che non si possa anche far discutere scegliendo certi temi, spiega Celentano. Quanto alla collaborazione di Serra e Linus, il cantante afferma : Sono due persone che stimo moltissimo. Linus ha una bagaglio di esperienze musicali che stimola un confronto importante, Serra è un bravissimo scrittore umoristico, mi piace molto e ricordo ancora un suo articolo intitolato Di Pietro come Cementano. E non è tutto, ovviamente. In 125 milioni di caz..te non poteva mancare una presenza femminile: questa volta è il turno di Asia Argento, una presenza decisamente antitetica a quella di Francesca Neri, dotata senzaltro di più classe. Un modo per spingere il pedale della provocazione? Mi ha colpito molto il modo di fare di Asia – afferma Celentano – è anche una bella ragazza, inoltre è incinta: mi sembra un bellinno alla vita. Sarà, ma speriamo di non rimpiangere la Neri. Di più non si può sapere, è mistero fitto anche sugli ospiti musicali internazionali che dovranno duettare con Celentano. Non voglio rovinare leffetto sorpresa- insiste il cantante – ma ne approfitto per fare un appello a David Bowie. Io lho invitato, perchè non viene? Mi piacerebbe fare due chiacchiere insieme in trasmissione, per ridere, dialogare. Non vorrei litigare, ma mi piacerebbe capire perchè mi ha chiamato idiota. Uno schiaffo ancora non digerito, a distanza di due anni, ma bisogna capirlo: per uno come lui, che non ha esitazioni a definirsi mito, è veramente dura. Per altri, forse, è più duro non sapere nulla sui costi di questo programma, avvolti accuratamente nel mistero più fitto. 20 miliardi? 25 miliardi? Per ora non è lecito saperlo e, su questo, il presidente della Rai è irremovibile. Non diamo informazioni sui costi – dichiara Zaccaria – perchè riteniamo che per unazienda sia una informazione concorrenziale. Altre aziende non danno questo tipo di informazioni, quindi non vedo perchè dovremmo darle noi. Quel che è certo è che il nostro bilancio resterà in attivo, un programma di Celentano è sempre un investimento.