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Dromos Festival

La clandestinità vista attraverso mostre e spettacoli al Dromos Festival

Tavolo Love Difference di Michelangelo Pistoletto - foto D.Fabijanic

«La distanza che ci separa dallo straniero è quella stessa che ci separa da noi: la nostra responsabilità di fronte a lui è dunque solo quella che abbiamo verso noi stessi». Sono parole del poeta francese Edmond Jabès scelte dal Dromos Festival della provincia di Oristano, in Sardegna, per descrivere il senso del tema di quest’anno: “Clandestino”.

Un tema attuale e scottante, delicato e centrale nella la vita culturale e sociale dei nostri giorni, che gli organizzatori del Festival, giunto alla XI edizione, hanno deciso di approfondire attraverso una rassegna cinematografica, concerti e mostre di arte contemporanea fruibili per quasi tutto il mese di Agosto.

La rassegna cinematografica San Vero … in corto, presenta corto e lungometraggi sulla Sardegna e dintorni con la collaborazione dell’ Umanitaria Cineteca Sarda e del Museo d’Arte Provincia di Nuoro. Tra le proiezioni segnaliamo il 12 Agosto “L’orchestra di Piazza Vittorio” di Agostino Ferrente e il 19 Agosto  “Come un uomo sulla Terra” di Andrea Segre, e Dagmawi Yimer che tratta della storia incredibile che migliaia di persone vivono per arrivare clandestinamente in Italia.

Inoltre per il 2 Settembre è prevista una rassegna di videoarte internazionale con lavori di Hans Op de Beek, Adrian Paci, Cristiana Collu, Carlos Garaicoa, Armin Linke, Sejla Kameric, Gianluca e Massimiliano De Serio e Paolo Meoni.

Il fronte dello spettacolo è stato aperto con lo show di Sabina Guzzanti; continua con concerti di musica blues e jazz quasi ogni sera, grandi musicisti come Abdullah Ibrahim, Roberto Fonseca, Maceo Parker, Vieux Farka Touré, Augusto Enriquez, Keith Brown e mostre dedicate a nomi noti quali Udo Rein, Salvatore Garau e Michelangelo Pistoletto.

Quest’ultimo contribuisce al festival con l’opera Tavolo Love Difference, un tavolo a forma di Mar Mediterraneo attorno alla quale si svolgono i dibattiti in programma. Di grande interesse anche il contributo di Rachele Sotgiu, giovane artista che con la sua prima personale ci aiuta a vedere le trame sottili della clandestinità insinuarsi anche nei posti più inaspettati, come nella vita rassicurante della casalinga. Il clandestino è più vicino di quanto immaginiamo.

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