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Il MAXXI inaugura a Roma

Dopo sette anni di cantiere ha inaugurato a Roma il primo museo dedicato all’arte contemporanea del XXI° secolo

Inaugurazione MAXXI Roma
LaPresse

Finalmente ci siamo: dopo sette anni di cantiere, il Maxxi, maestoso tempio dell’arte contemporanea di Roma, ha aperto i battenti. Dopo la conferenza stampa di giovedi 27, l’inaugurazione è andata  avanti per altri due giorni. All’evento inaugurale erano presenti tutte le personalità di spicco dell’arte contemporanea: Pio Baldi, il presidente della Fondazione Maxxi, le direttrici delle sezioni Arte, Anna Mattirolo e Architettura Margherita Guccione, gli ex ministri alla Cultura Giuliano Urbani e Giovanna Melandri, e ospiti istituzionali come Mario Resca, Vittorio Sgarbi, Alain Elkann, Achille Bonito Oliva, l’assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi.

La kermesse si è conclusa sabato 29 maggio a mezzanotte, con un’esclusiva festa/vernissage per "pochi eletti", a cui sono stati invitati tutti i personaggi di alto profilo della cultura italiana; infine, domenica 30 maggio, il Maxxi ha aperto ufficialmente i battenti al pubblico, presentando ai romani il nuovo mega – complesso architettonico ideato dall’architetto iraniana Zaha Hadid.

Un’iniziativa lunga tre giorni per celebrare una grande opera pubblica terminata dopo anni di cantiere. Finanziato dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Il Maxxi rappresenta un enorme polo culturale (o, per usare le parole dei suoi ideatori, "un campus urbano") dalle forme architettoniche innovative e spettacolari. Pensato per essere un luogo pluridisciplinare, il museo racchiuderà la produzione più aggiornata e sperimentale nel campo dell’arte contemporanea. All’interno risiedono due istituzioni museali, il MAXXI arte e il MAXXI architettura, oltre ad un auditorium, una biblioteca e una mediateca specializzate, il bookshop, una caffetteria, un bar/ristorante, gallerie per esposizioni temporanee, performance, iniziative educational.

Per quanto riguarda l’offerta culturale si parte subito in pompa magna con 4 mostre, tre nella sezione arte ed una in quella di architettura, visibili già dai primi giorni dell’inaugurazione. Dura fino al 7 novembre la retrospettiva su Gino De Dominicis, a cura di Achille Bonito Oliva: circa centotrenta opere, che offrono al pubblico la più esaustiva esposizione mai allestita prima d’ora sull’artista marchigiano. Sarà visibile fino al 12 settembre la mostra "Mesopotamian Dramaturgies”, dedicata a Kutlug Atamana, il famoso artista turco, autore di otto video che riflettono il problematico confronto tra Oriente e Occidente, modernizzazione e tradizione, globalizzazione e persistenza delle culture locali.

Novanta opere della collezione permanente di MAXXI Arte e MAXXI Architettura andranno invece a costituire la materia prima della mostra "Spazio", che rimarrà visibile fino al 23 gennaio 2011. All’interno compaiono i lavori di affermati artisti contemporanei come Anish Kapoor, William Kentridge, Sol Lewitt, Giuseppe Penone, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, che dialogheranno con le installazioni in "site specific" realizzate da dieci studi internazionali di architettura. Presente anche un’opera di Studio Azzurro, un viaggio nella Net Art per esplorare le contaminazioni tra il mondo virtuale e quello fisico. "Spazio" includerà anche un omaggio a Fabio Mauri e alle due opere realizzate per il concorso MAXXI 2per100, ovvero l’installazione di luce ed elementi scultorei di Maurizio Mochetti e il lavoro di Massimo Grimaldi sul nuovo ospedale di Emergency in Sudan.

Unica sezione di MAXXI Architettura è quella dedicata a Luigi Moretti, figura estroversa di progettista e studioso del ‘900. Per meglio analizzare la sua opera progettuale e l’attività teorica, saranno esposte venti foto di Gabriele Basilico che costituiscono un vero e proprio reportage sull’attività dell’artista. L’occasione è ghiotta per esplorare finalmente questo enorme complesso architettonico di 27mila mq che nei suoi elementi futuristici in calcestruzzo, acciaio e vetro, si integra nel tessuto della città, per costituire un nuovo spazio urbano aperto e “permeabile”; uno spazio nella città e per la città,  tempio della produzione artistica più innovativa che Roma aspettava da tanti anni

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