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Nigella Lawson, regina del sexy food

Sorriso malizioso e ammiccante, Nigella Lawson ha conquistato milioni di telespettatori in Gran Bretagna con il suo cibo sexy

Nigella Lawson
AP

Molti l’hanno accusata di aver riportato indietro le lancette dell’orologio e di sponsorizzare un’immagine della donna ferma agli anni ’50, quando nell’immaginario popolare la cucina era il regno esclusivo – e a volte la prigione – degli angeli del focolare. A queste accuse Nigella Lawson, cinquanta anni appena compiuti e regina del tele-cibo in Gran Bretagna, risponde contrattaccando: “Sciocchezze. Io credo che una donna non si debba mai vergognare perché cucina. Oggi lo possiamo fare per piacere e non per obbligo. Ed è questa la differenza”.

Da anni Nigella, figlia di un aristocratico inglese e di una ereditiera di origine ebraiche, conduce uno show tutto suo, Nigella Bites ed è diventata la regina del sexy food – o, secondo alcuni maliziosi, del “porno food”. A guardarla lontana dai fornelli, Nigella appare quasi innocua: bella, certo, di una bellezza morbida e burrosa, con una cascata di capelli castani e occhi scuri luminosi. Ma è in cucina, con mestoli e casseruole, burro e verdure, che la Lawson si trasforma, diventando una sorta di icona culturale.

Nel suo programma Nigella insegna al pubblico inglese non solo a cucinare con gusto e raffinatezza, ma soprattutto a provare gioia nel farlo, a godere nel tirare fuori da ingredienti semplici autentici capolavori con cui, perché no, sedurre la persona amata. E lo fa cercando di contrastare la scarsa abitudine degli inglesi a parlare di cibo: “La cultura inglese non è legata al cibo come quella italiana”, afferma nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. “Molte persone, qui da noi, pensano ancora che cucinare sia un affare complicato. La mia crociata è stata dimostrare che non è così, e che la vera cucina riguarda la vita familiare, il quotidiano”.

E la cucina è stata per Nigella anche una vera e propria terapia nei momenti oscuri della sua vita: i suoi due libri, Come mangiare (1998) e Delizie divine (2000, da poco tradotto in Italia) sono stati concepiti rispettivamente dopo la morte della madre e quella del primo marito. Sola, confusa, depressa, Nigella si è rifugiata in cucina, e nella scrittura, per cercare di ridare un senso alla sua vita e di ridefinirsi come donna e come professionista.

Oggi Nigella è a capo di un impero finanziario valutato in svariati milioni di sterline, ha persino una app per iPhone a lei dedicata e con il secondo marito, il collezionista d’arte Charles Saatchi, forma una delle coppie più adorate dalle divoratrici di tabloid inglesi. Ma ha anche un lato oscuro, colto non a caso dal maestro del fantasy Tim Burton, che ha costretto Anne Hathaway a guardare per mesi lo show di Nigella prima di andare sul set di “Alice nel paese delle meraviglie” per interpretare la Regina Bianca: “Mentre cucina ha quello sguardo sexy, ma al tempo stesso sinistro, quasi folle”, ha dichiarato il regista americano. E lei, ammiccando, commenta: “È vero, in me c’è una vena di pazzia. Ma in quale donna non c’è?”.


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