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Il Centro Pecci di Prato si sposta a Milano

Due città cooperano in nome dell’arte. Il Centro Pecci di Prato si sposta temporaneamente a Milano e lo fa con una mostra dal titolo “Invito al viaggio”

Mario Merz, La spirale appare, 1990
Foto Luca Ficini

La volontà di mantenere vivo e sempre attivo il mondo dell’arte ha portato ad una cooperazione importante tra città quali Prato e Milano. In occasione dell’ampliamento del prestigioso Centro Pecci di Prato, infatti, è stato concesso uno spazio nel centro di Milano, da parte di un privato, per ospitarne importanti opere. Già in primavera lo spazio milanese, situato in Ripa di Porta Ticinese, sul Naviglio grande, aveva ospitato l’installazione Dark Matter, creata dal gruppo olandese Nio Architecten, tra l’altro autore del progetto di ampliamento del Centro Pecci. L’opera esposta era un totem nero, in poliestere e acciaio, accompagnato da musica e video, in cui appare evidente l’idea di coniugare morbido e duro, vera ossessione dello studio d’architettura, che proprio in questa direzione sta operando nell’ampliamento del Centro di Prato.

Per questo secondo evento nello spazio milanese, arriveranno in città opere il cui legame è costituito dal concetto di viaggio. La mostra – curata da Stefano Pezzato – , infatti, si intitola “Invito al Viaggio. Parte 1” | Proposte dalla Collezione del Museo: Ambienti. Il viaggio inteso sia come spostamento fisico delle opere da una città all’altra, sia come concetto insito nelle opere presentate.

Nello specifico si tratta di quattro grandi installazioni/ambienti: “Caverna dell’antimateria” (1958-59) di Pinot Gallizio, “Luna” (1968) di Fabio Mauri, “La spirale appare” (1990) di Mario Merz, “Supersuperficie” (1971-72) di Superstudio. La prima opere mescola i primordi del genere umano con il futuro che ci aspetta, prefigurando una annullamento dello spazio temporale ed un mescolarsi, quindi, di primitivo e scientifico. L’opera di Mauri ruota intorno all’allunaggio del 1969, con una partecipazione diretta dello spettatore. La grandiosa spirale di Mario Merz circoscrive ed incide lo spazio, unendo materiali diversi, fascine, vecchi giornali, numeri di Fibonacci luminosi, per un’opera di grande impatto. Infine, l’opera di Superstudio è composta da un film/studio sul concetto di ambiente e da una microambiente, da considerarsi come campione del video.

A questo appuntamento seguirà, a febbraio, la seconda Parte: “Ambienti e Opere”, in cui, alle prime installazioni, si affiancheranno le opere di Loris Cecchini, Enzo Cucchi, Remo Salvadori e Gilberto Zorio, avendo sempre come riferimento il tema del viaggio.

Dal 16 dicembre 2010 al 22 gennaio 2011
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Ripa di Porta Ticinese, 113
Milano
Da martedì a sabato, dalle 15.00 alle 19.00

Ingresso libero
Per ulteriori informazioni:
www.centropecci.it

Didascalia opera:
Mario Merz, La spirale appare, 1990
fascine, giornali, vetro, neon, piastrine di ferro e tubi metallici
Collezione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
Fotografia di Luca Ficini

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