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Un altro mondo. Un viaggio fisico ed interiore

Silvio Muccino torna alla regia con “Un altro mondo”, film commovente che mostra l’Africa in tutto il suo splendore e in tutta la sua disperazione

Silvio Muccino e Michael Rainey Jr

Dopo “Parlami d’amore” (2008) il “giovane” Muccino torna nelle sale italiane, continuando la sua stretta collaborazione con Carla Vangelista. Se infatti il primo film era stato scritto a quattro mani con la scrittrice, questo secondo è direttamente tratto da un suo romanzo, intitolato, proprio come il film, “Un altro mondo“.

Da tempo ormai l’universo del regista non è fatto di amori adolescenziali, anche se la sua figura viene ancora oggi collegata ad un film generazionale come “Come te nessuno mai” (1999), in cui recitava diretto dal fratello, ma sta cercando una propria forma, più matura. Se nella sua prima prova di regia altalenava momenti toccanti con alcuni più banali, in questo secondo film trova maggiore equilibrio.

La pellicola ci racconta la vita di Andrea (Silvio Muccino), fatta di mancati affetti, di superficialità, con, sullo sfondo, una Roma bene, fredda ed incapace di cambiare. Quando al ragazzo arriva una lettera del padre morente, decide di andarlo ad incontrare per l’ultima volta, nonostante il rancore per l’abbandono, in Kenya. Troverà un padre in coma ed un fratello inaspettato, un ragazzino africano di otto anni (Michael Rainey Jr.), di cui si ritrova tutore legale.

Gli scenari cambiano, l’Africa si mostra in tutto il suo splendore, e in tutta la sua disperazione. Tornare a Roma con il fratellastro, portarlo in casa propria e farlo accettare alla fidanzata (Isabella Ragonese), sarà per Andrea un modo di risvegliarsi dal torpore. Il film racconta un atto d’amore, capace di far cadere ogni barriera. “Le cose non cambiano mai. Cambiamo noi”, così recita il sottotitolo del film, e così Muccino prova ancora una volta a dare un’immagine di sé diversa, di mostrarsi regista di talento, capace di raccontare storie commuoventi ed umane. Nelle sale il 22 dicembre

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