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Hereafter. Vivere pensando alla morte

Il 5 gennaio nelle sale italiane esce la pellicola firmata Clint Eastwood, “Hereafter”, dove tutto ruota intorno all’essere umano, alla sua solitudine e alle domande che si pone ogni giorno

Locandina Hereafter

Se con “Gran Torino” (2008) ed “Invictus” (2009) si pensava che Clint Eastwood avesse davvero detto tutto, ci si sbagliava. Ancora una volta il regista scava nell’animo umano con maestria ed un tocco leggero e commuovente. “Hereafter”, in uscita nelle sale italiane il 5 gennaio, può apparire, a prima vista, come un film fatto di effetti speciali, più vicino ai colossal americani che ai film intimisti che di solito Eastwood ci regala, ma in effetti non è così, perché, anche in questa pellicola, tutto ruota intorno all’essere umano, alla sua solitudine e alle domande che si pone ogni giorno.

La morte può essere considerata il tema centrale dell’opera, e ciò che unisce i tre protagonisti, ma anche la solitudine, che caratterizza, in maniera diversa, la vita dei tre. Matt Damon è George Lonegan, un sensitivo che vive il suo dono come una maledizione, Cécilie de France è Marie Lelay, una giornalista che vede la morte in faccia e cambia così la sua prospettiva di vita, Frankie e George McLaren, per la prima volta sullo schermo, due gemelli molto uniti tra loro, ma quando uno dei due muore lascia l’altro solo e alla ricerca di risposte.

Vite diverse, che si intrecciano in un finale sospeso, vite di persone a cui non basta vivere il quotidiano, ma si chiedono di continuo cosa ci aspetta dopo la morte, ossessionati da una domanda che non può avere risposta. Tsunami e bombe che esplodono nella metro a Londra non servono a creare effetti speciali da film catastrofico, ma solo a raccontare eventi inattesi che possono sconvolgere il quotidiano e spostare la nostra attenzione altrove.

Clint Eastwood sa raccontare l’essere umano, l’ha ampliamente dimostrato, ed anche in questo film il lavoro sui personaggi è di alto livello e regala momenti di grande commozione, anche grazie al lavoro di squadra che sta dietro alla realizzazione del film, in cui si trovano nomi tanto cari al regista, come il direttore della fotografia Tom Stern. Inoltre, la colonna sonora, anche questa volta scritta da lui, sottolinea l’atmosfera del film in maniera perfetta.

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