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Luiz Ruffato racconta la saudade a Lisbona

“Sono stato a Lisbona e ho pensato a te”, un romanzo sulla saudade dello scrittore brasiliano Luiz Ruffato

tram di Lisbona

La saudade brasiliana è uno di quei concetti che pervade l’immaginario legato al gigante sudamericano e ai suoi abitanti. Sebbene pochi sappiano esattamente a cosa si fa riferimento quando se ne parla, aleggia come un’ombra sull’allegria che, secondo gli stereotipi, caratterizzerebbe tutti i brasiliani. In effetti è difficile definire con precisione questo concetto: una tristezza intrisa di nostalgia, che fa desiderare ardentemente di essere da qualche altra parte, e molto altro ancora.

Lo scrittore Luiz Ruffato rinuncia, nelle pagine del suo straordinario romanzo “Sono stato a Lisbona e ho pensato a te”, a definire questo sentimento, lasciando che sia il suo personaggio principale, Serginho, a incarnarlo, con le sue mille sfaccettature. Sergihno è un ragazzo che definiremmo “normale”: non è un eroe, non compie gesta straordinarie, anzi, a volte sembra un po’ imbranato nelle scelte – sempre apparentemente sbagliate – che compie. Penetriamo dentro la sua voglia di trovare un modo di stare al mondo attraverso una prosa che riporta, come in un flusso di coscienza, i suoi stati d’animo, gli slanci e gli intoppi che lo fanno andare avanti.

Dal Brasile, dove vive alla giornata – né troppo male, né benissimo – e rimane incastrato in un matrimonio indesiderato dai risvolti rocamboleschi, Serginho prende la decisione di emigrare: la voglia di avventura, ma soprattutto la voglia di guadagnare abbastanza soldi da poter tornare sfoggiando una posizione sociale più elevata, lo spingono a Lisbona.

Una città, questa, che emerge attraverso i suoi occhi con mille strati e aspetti inaspettati: un crocevia di popoli legati da una lingua parlata in diversi continenti con sfumature diverse, una città che sa essere gretta e inospitale, in cui i turisti si muovono sullo sfondo, invidiati e raggirati, mentre immigrati come Serginho cercano di conquistarne un pezzetto, di spremere un po’ di ricchezza per tornare al più presto possibile a casa.

La saudade pervade ogni pagina di questo romanzo: è il desiderio di una vita migliore, l’amore non corrisposto e ingenuo, la solitudine in un paese straniero e, soprattutto, lo sguardo perennemente puntato all’indietro, al momento del ritorno. Il romanzo di Ruffato è amaro, ma è raccontato con un candore pieno di umorismo e ironia: Serginho, alla fine, avrà conquistato il lettore che, alla fine non potrà non volergli bene, partecipando alle sue peripezie a tratti genuinamente esilaranti.

Autore: Luiz Ruffato
Titolo: Sono stato a Lisbona e ho pensato a te
Editore: La Nuova Frontiera
Pagine: 94
Prezzo: € 12,00

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