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Nei cinema, la storia del Cigno Nero

Già vincitore del Golden Globe come miglior film e in corsa per gli Oscar 2011, il film di Darren Aronofsky sbarca nei cinema Italiani

Natalie Portman in Black Swan

Il mondo del balletto affascina e fa sognare, ma nasconde piaghe di dolore e fatica. La pressione che vivono sulla loro pelle i danzatori può portare a profondi abissi. Tutto questo è presente nella pellicola di Darren Aronofsky, Black Swan, già vincitore alla cerimonia dei Golden Globes come miglior film e in corsa per gli Oscar 2011. Il mondo della danza classica è ritratto in tutta la sua complessità, e la protagonista, una travagliata Natalie Portman, lo incarna alla perfezione. L’attrice non era digiuna di danza classica, ma il lavoro che ha fatto per rappresentare Nina, la fragile prima ballerina a cui è affidato il ruolo principale nel ‘Il Lago dei cigni’, è stato sfiancante e lungo, ma il risultato è perfetto, magrissima ed eterea, simile ad una delicata Audrey Hepburn, danza il 90% delle scene alla perfezione.

Ma il lavoro non è stato fatto solo sulla perfezione tecnica, ma anche sulla psicologia della protagonista, essendo il film tutto incentrato sulla spirale di paranoia che la porta a perdere se stessa. Il lavoro fatto del regista con gli attori rende i personaggi del tutto credibili, anche per quanto riguarda l’antagonista Lily (Mila Kunis), il cui ruolo non era facile, poiché pieno di ambiguità o la madre di Nina (Barbara Hershey), che appare affettuosa ma nello stesso tempo opprimente o ancora Thomas, il direttore artistico, che spreme tutte le forze dei suoi ballerini quasi con sadismo, ma ama la bellezza in maniera limpida. Ma tutto è nella testa di Nina, e la realtà si sdoppia, lei si vede in tutte le persone che incontra, tutto si deforma e rifrange nei mille specchi che accompagnano sempre il mondo della danza, diventando un viaggio senza ritorno.

La piccola fanciulla attorniata da un mondo rosa, sa rappresentare la limpidezza del mondo bianco, ma impara a conoscere sulla sua pelle l’oscurità del nero, e tutto ciò è rappresentato da scenografie e costumi in cui sono i due colori a trionfare. Le bellissime scene di danza sono rese in maniera realistica grazie alla macchina a spalla che li segue da vicino e fa sentire i loro respiri e i loro fruscii, facendoci danzare con loro. Un thriller psicologico che angoscia, spaventa ma fa intenerire per l’estrema fragilità della protagonista, per la sua mente sconvolta, che non regge alla durezza di un mondo fatto di competizione e sacrifici in nome dell’Arte.

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