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Le Grande Motte e Montpellier: le città innovative

Nella regione francese oltre i castelli, il mare e la Camargue c’è di più: l’architettura contemporanea è un tratto distintivo della Linguadoca-Rossiglione

Le Grand Motte
© ATOUT FRANCE/R-Cast/Architecte Jean Balladur

È tutt’altro che timido l’approccio della Linguadoca – Rossiglione francese nei confronti dell’architettura contemporanea, che la regione ha eletto come tratto distintivo della propria personalità. L’indomito carattere del lungo territorio che si affaccia sul Mediterraneo, esaltato dalla varietà dei suoi tanti modi di essere – dalla Camargue alle coste fino ai Pirenei – concede largo spazio all’inventiva dell’uomo originando uno stile unico e innovativo. A simboleggiare questa ispirazione è prima di tutto La Grande Motte, località balneare degli anni Sessanta costruita per attirare turismo costiero.

La città è stata infatti proprio recentemente insignita dal Ministero della Cultura francese del titolo “Patrimonio del XX secolo” come esempio di un’architettura tendente al futuro. Realizzata dall’allievo e amico di Sartre e Le Corbusier, l’umanista e amante della letteratura e della musica Jean Balladur, come città-giardino di nuovo millennio, La Grande Motte è oggi molto più di una località turistica: è l’urbanizzazione che parla di umanità, è lo spazio che gioca con nuovi confini, è l’ingegno degli uomini che si confronta con quello della natura. Il risultato è unico: labirinti, scacchiere, fontane, statue e pianeti; ma anche edifici emblematici come la chiesa di St. Augustin, la Grande Piramide, il Palazzo dei Congressi, il Point Zéro e il Centre Culturel.

Facile, potrebbe pensare qualcuno, inventare nuove forme e progetti innovativi dal nulla, più difficile inserirli in contesti che hanno già una loro lunga storia. Montpellier è pronta a far ricredere anche i più scettici: sede della più antica università di medicina attiva ancora oggi e dei segreti tramandati dagli antichi liutai, il capoluogo della regione – tra vicoli e case medievali – rivela cosa può accadere quando nuove idee incontrano le salde tracce del passato. A illustrare il risultato sono i  grandi “sognatori” di oggi: Ricardo Bofill, Zaha Hadid (la firma del Museo Maxxi di Roma), Jean Nouvel e François Fontés (autori dell’Hotel de Ville, l’imponente parallelepipedo blu immerso nel verde di Port Marianne). A bordo di un tram colorato con gabbiani e fiori il giro della città è anche una caccia al tesoro di trompe – l’oeil sui muri di rue de la Méditerranée, delle piazze di Saint Roch, Edouard Adam e Saint Denise e dei murales dei parcheggi del Corum e dell’ospedale Lapeyronieet Gui de Chauliac.

Tutto si trasforma, niente si distrugge a Montpellier dove antiche chiese sono diventate nuovi spazi culturali come la cappella di Saint Charles sede di corali e concerti, la chiesa di Sainte Anne galleria di arte contemporanea, e il vecchio tempio protestante nuovo tempio della musica rock, il Rockstore, riconoscibile dalla cadillac rosso fuoco incastrata nella facciata. In attesa della terza linea del tram – quella che dal 2012 porterà i mostri marini di 20 mila leghe sotto i mari dello stilista Christian Lacroix in città – le nuove frontiere dell’arte si assaporano al Panacée, la città degli artisti contemporanei.

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Indirizzi utili

www.turismolagrandemotte.it
www.ot-montepellier.fr

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