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Il nuovo romanzo di Chiara Santoianni

Come sono cambiate le cose per una donna che si ritrova dietro una cattedra a cercare di insegnare qualcosa ad adolescenti svogliati? Ce lo spiega con ironia graffiante Chiara Santoianni

insegnante alla lavagna

Diciamoci la verità, nei primi giorni di scuola, dopo estati che a ricordarle adesso sembrano davvero infinite, il suono della campanella era un allegro richiamo: significava rivedere le amichette disperse in mete di vacanze diverse, sfoggiare nuovi vestiti e accessori, zainetti e astucci nuovi di zecca, iniziare a riempire i diari di frasi e disegni che avrebbero lasciato pochissimo spazio ai compiti, guardarsi attorno per vedere se quel bellissimo ragazzo dell’altra sezione nel frattempo si sarebbe finalmente accorto di noi…

Tutto questo riguardava però soltanto chi stava tra i banchi – e aveva una durata abbastanza limitata nel tempo, perché ben presto il susseguirsi di compiti in classe, di lunghe lezioni di storia o di matematica e di interrogazioni avrebbe fatto rientrare tutto nella routine quotidiana. Ma cosa succedeva a chi ci stava davanti, dall’altra parte della cattedra?

Prova a spiegarcelo in questo delizioso libro autobiografico Chiara Santoianni, giovane docente precaria che ricorda quando, di fronte alla sua maestra di scuola elementare che si sgolava per farsi ascoltare dalle piccole pesti che aveva di fronte, pensava “da grande farò qualsiasi cosa, ma mai l’insegnante!”. E invece dietro una cattedra ci finisce, suo malgrado, spinta da diversi fattori, non ultimo un mantra che si sente ripetere da tutte le parti: “E’ il lavoro più adatto a una donna”.

Lo stereotipo dell’insegnante che lavora poche ore al giorno, che dispone di mesi di ferie e che in fondo fa un mestiere che è una sorta di prolungamento della sua attività di madre è duro a morire, ma la Santoianni riesce in questo libro a spiegare, con ironia e precisione, quanto siano cambiate le cose negli ultimi vent’anni, e quanto la scuola di oggi sia diversa – per studenti e insegnanti – rispetto a quella di vent’anni fa.

Tra avventure “semiserie”, ansie, preoccupazioni, frustrazioni e qualche soddisfazione, Chiara, docente eternamente precaria – in barba ad un altro stereotipo duro a morire, e cioè che il lavoro dell’insegnante rientri nell’ambita categoria dei “posti fissi” – ci conduce di nuovo tra i banchi di scuola. Alla fine del romanzo, forse, il ricordo del suono della campanella ci tornerà in mente in modo un po’ diverso, così come quello delle tante volte che abbiamo visto la nostra insegnante sull’orlo di una crisi di nervi per l’incapacità di farci stare buone!

Autore: Chiara Santoianni
Titolo: Il lavoro più (in)adatto a una donna
Editore: Edizioni Centoautori
Pagine: 95
Prezzo: 10 €

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