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Le origini condivise sono di moda

Un collezione per la Primavera Estate 2012 che è anche un progetto interculturale di sostegno alla pace e disegnata da un trio che indaga sulle proprie origini, da troppo tempo in conflitto. Perché tra ebrei e arabi c’è tanto in comune

Un team multiculturale con base a New York, composto da tre fashion designer, tutti con storie personali dalle tinte forti, sul fondo dei peggiori conflitti internazionali: è il mix pazzesco di threeASFOUR, ovvero Adi, nato e cresciuto in Israele, Gabi, di origine palestinese ma nato e cresciuto in Libano, e Angela, di origini russa e tedesca, nata nel Tagikistan e cresciuta in Germania. Dopo anni di lavoro insieme, per threeASFOUR è arrivato il giusto punto di maturità per lanciare InSHALLOm, che è non solo una collezione di capi e accessori fashion per la primavera estate 2012, ma anche un importante progetto di scambio interculturale.

InSHALLOm, infatti, che conta grandi foulard che diventano abiti, sciarpe e t-shirt a prezzi accessibili, nasce da un processo di creazione che si ispira e vuole sottolineare il legame tra mondo ebreo e arabo e le loro origini comuni dal punto di vista culturale, religioso, linguistico ed estetico. Il concetto alla base di questo progetto, infatti, è sottolineare le impressionanti similitudini tra il mondo ebraico e quello arabo, con l'obiettivo ambizioso di riunire le diverse comunità attraverso una collaborazione artistica e una nuova sintesi culturale, aiutandone il processo di condivisione e collaborazione.

Il progetto e una parte della collezione InSHALLOm prevede infatti una sinergia tra arte, artigianato e design perché, riflettendo lo stile del brand threeASFOUR, vedrà coinvolti artigiani e produttori arabi ed ebraici nel realizzare una sorta di collezione complementare, puntando al mercato internazionale ma devolvendo loro parte del ricavato. Non solo, l'intera collezione sarà venduta attraverso un network web-based, fatto di webstore, blog e siti internet, ma è previsto anche un tour di presentazione in varie città di tutto il mondo che, anche ai moltissimi media partner coinvolti, intende diffondere un messaggio di scambio interculturale e riflessione su conflitti terribili che sembrano non aver fine.

di Olga Romagnolo