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A Dangerous Method, così nacque la psicanalisi

L’affascinate pellicola di Cronenberg “A Dangerous Method” arriva oggi, 30 settembre, nella sale italiane

Scena film A dangerous method
AP

Dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva nelle sale l’ultima fatica del regista canadese David Cronenberg: "A dangerous method". Affascinato dall’opera teatrale di Christopher Hampton, il regista ha capito che la storia raccontata, a sua volta tratta dall’omonimo libro di John Kerr, offriva spunti molto interessanti, prestandosi alla magia della pellicola.

Se i due protagonisti maschili sono nomi noti a tutti, il personaggio femminile è rimasto a lungo tempo all’ombra dei primi due, nonostante l’enorme importanza che abbia avuto nella nascita e nello sviluppo della psicanalisi. Stiamo parlando di Freud, Jung e Sabina Spielrein. Un triangolo intellettuale e sentimentale che ha cambiato la storia della medicina. Questo è il primo elemento che rende la storia indubbiamente interessante, ma che diventa ancora più coinvolgente per il ritratto di una donna all’avanguardia.

Gli attori protagonisti si sono calati con entusiasmo nei panni di questi illustri personaggi, regalandoci un’intensa prova attoriale. Viggo Mortensen nei panni di Freud, Michael Fassbender in quelli di Jung e Keira Knightley in quelli della Spielrein hanno studiato a fondo il tema trattato, scoprendo la figura di una donna cruciale per entrambe i padri della scienza moderna, capace di azzardare per prima teorie poi sviluppate dagli altri. Trattandosi di cinema, naturalmente, l’accento è posto sulla relazione amorosa tra la Spielrein e Jung, ma non tralascia gli aspetti "più seri" regalandoci un ritratto di un’epoca precisa, all’ombra della Prima Guerra Mondiale. I toni desaturati e la foschia perenne della scenografia fanno risaltare gli accurati costumi e le persone che vi si muovono dentro, dando completo risalto alla recitazione.

David Cronenberg ha affermato “Con A Dangerous Method ho cercato di fare un film elegante che parlasse di abissi emozionali, ma non perdesse la capacità di sedurre lo spettatore" e si può tranquillamente sostenere che c’è riuscito.

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