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Lo sguardo femminile sul mondo

In occasione della W.I.N. Conference 2011 di Roma, Francesca Archibugi, con il contributo di Unilever e Dove, ha presentato il cortometraggio “Tre gambe”. Uno sguardo femminile sul mondo

Francesca Archibugi
AP

Pochi minuti per raccontare l’abbandono, la voglia di ricostruire se stesse, di affrontare in maniera costruttiva i problemi quotidiani con il partner, il senso di responsabilità, il dire basta al “far finta di niente”. E un finale aperto, che porta ad una riflessione su come l’evoluzione di una storia dovrebbe essere: una decisione libera, autonoma, verso un possibile ritorno o nuove possibilità, ma sempre e comunque ispirata ad un modo di vivere positivo e consapevole. Un cortometraggio intenso, poetico, frutto dell’emozione di centinaia di donne e realizzato dalla regista italiana Francesca Archibugi che ha rielaborato e interpretato gli spunti sul tema arrivati dalle donne italiane sul web.

Il corto, dal titolo “Tre gambe”,  è stato presentato oggi, 5 ottobre 2011, in occasione della Conferenza Stampa nella cornice della W.I.N. Conference 2011 di Roma. La W.I.N. (Women’s International Networking) organizzazione mondiale creata nel 1997 per ispirare le donne impegnate nel mondo del lavoro nel promuovere e valorizzare la propria identità, fa incontrare ogni anno, in una diversa città del mondo, migliaia di donne manager provenienti da tutti i settori professionali che partecipano ad una fitta agenda di presentazioni, seminari e workshop.

Sponsor della W.I.N. Conference 2011, è l’azienda Unilever che fa del ‘vivere sostenibile’ il suo cavallo di battaglia sviluppando prodotti in grado di rendere la vita dei consumatori più funzionale e piacevole. Con i loro marchio Dove da anni sono scesi in campo al fianco delle donne valorizzando la  ‘bellezza autentica’ cercando di contrastare quei modelli estetici irraggiungibili, proponendo nelle proprie campagne pubblicitarie ‘donne vere’, mamme, ragazze incontrate per strada, al parco, che hanno provato i prodotti e si sono dette soddisfatte.

Benessere, bellezza autentica, vivere sostenibile. Da questi presupposti è nata, nel 2004, la Campagna per la Bellezza Autentica da cui nasce il progetto “Schermo Bianco alle Donne” diviso in due attività. La prima fase “Quanto ti vuoi bene?” ha indagato il mondo delle più giovani e il rapporto che queste hanno con la propria immagine, raccogliendo sul web centinaia di testimonianze. La seconda fase, “Schermo Bianco delle Donne” si è articolato in due sezioni, la prima si è rivolta alle filmmaker indipendenti che desiderassero interpretare con un proprio cortometraggio il tema del concorso, ovvero “lo sguardo femminile sul mondo”. La vincitrice, Emanuela Mascherina premiata questa mattina durante la conferenza stampa, potrà seguire la sessione estiva dei corsi della New York Film Academy.

Nell’altra sezione del concorso è stato chiesto alle consumatrici di postare i propri pensieri e le proprie storie sul sito www.schermobianco.it e proprio da questi racconti Francesca Archibugi ha preso spunto per il suo corto “Tre gambe”.

“E’ stato bellissimo leggere queste storie dedicate ai piccoli gesti quotidiani – dichiara la regista – da ognuno di questi racconti ho selezionato degli spunti e ho inventato una storia. Una storia semplice nata grazie all’emozioni di queste donne il cui comune denominatore è l’abbandono e il dover ricostruire se stesse, magari anche da un taglio di capelli”. Rispetto al lavoro di regista, Francesca Archibugi dichiara “L’Italia è cambiata, ai miei esordi si credeva di più nella cultura, io non ho avuto grandi difficoltà ad affermarmi, ed è un vero peccato che oggi, giovani registe come la vincitrice del concorso, debbano andare incontro a molti impedimenti”.

Con oggi si chiude ‘Schermo Bianco alle Donne’, un’iniziativa che ha portato le consumatrici a esprimere il loro ‘sguardo femminile sul mondo’, raccontando la bellezza nella quotidianità grazie a Dove e Unilever  che portano avanti l’impegno di liberare milioni di donne nel mondo dagli stereotipi vuoti con cui troppo spesso si tende a rappresentare l’universo femminile

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