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Un tuffo nel cinema del passato con The Artist

Torna la magia del cinema muto, grazie ad un film – scommessa che vince a pieni voti

The Artist

Un film muto e in bianco e nero nel 2011 era una scommessa per niente scontata. Eppure il regista francese Michel Hazanavicius, con The Artist, la vince senza indugi. Il suo desiderio di girare un film del genere viene da molto lontano, ispiratogli dai capolavori della storia del cinema, ma solo il successo delle pellicole parodia OSS 117 (2006 e 2009) gli hanno permesso di realizzare il suo sogno, anche grazie al fondamentale contributo del produttore Thomas Langmann, che, inoltre, ha portato tutta la troupe proprio negli studios di Hollywood, in cui il film è ambientato.

La storia, come il regista ha sottolineato, doveva essere semplice, per permettere una lettura facile dello spettatore, che puntasse sul divertimento ma senza apparire un film “gioco”. È così allora che nasce il personaggio di George Valentin, divo del cinema muto, egoista e pieno di sé, interpretato da Jean Dujardin, a cui è andato il premio come Miglior Interprete al Festival di Cannes del 2011. La storia racconta il suo declino con l’avvento del sonoro e la contemporanea ascesa di Peppy Miller, interpretata dalla moglie del regista Bérénice Bejo, e la loro difficile storia d’amore. La bellezza del film non sta solo nel fatto di far rivivere tutta la magia del cinema degli anni venti, con una grande cura dei dettagli, ma anche nel saper divertire e commuovere, raccontandoci una storia che va oltre i confini temporali.

Il protagonista risulta perfetto nel suo ruolo, incarnando davvero un uomo d’altri tempi e raggiungendo la potenza di un attore come Vittorio Gassman, elemento messo in evidenza dal regista, e la Bejo è il suo naturale contrappunto, grazie alla leggerezza della recitazione. La fotografia, i costumi e le scenografie completano il tutto, dando vita ad un’opera che riesce ad incantare, regalando un viaggio in un universo lontano ma che parla a tutti gli amanti del cinema.

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