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Venezia 69: apertura al femminile con Mira Nair

Il direttore Alberto Barbera: “Una scelta che sottolinea il ruolo crescente della creatività femminile nella società contemporanea”

The Reluctant Fundamentalist - Mira Nair

Apertura al femminile per la 69ma Mostra del Cinema di Venezia: toccherà infatti a The Reluctant Fundamentalist, il nuovo film della regista indiana Mira Nair, aprire la manifestazione che si terrà quest’anno dal 29 agosto all’8 settembre. L’anteprima – mondiale e fuori concorso – si terrà la sera del 29 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, prima della cerimonia di apertura.

Mira Nair è una delle registe più acclamate al mondo, e ha già vinto a Venezia il Leone d’oro con Monsoon Wedding, nel 2001. La regista torna al Lido per la quinta volta, dopo aver partecipato anche nel 1991 in Concorso con Mississippi Masala, nel 2002 Fuori Concorso con l’episodio India del film collettivo 11 Settembre 2001, e nel 2004 in Concorso con La fiera della vanità.

Tratto dal romanzo omonimo di Mohsin Hamid, edito in Italia con il titolo Il fondamentalista riluttante (Einaudi), il film è un thriller politico che racconta la storia di un giovane pakistano che lavora a Wall Street, la cui vita viene stravolta a seguito dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001. Si ritrova così coinvolto in un conflitto tra il suo personale “sogno americano”, una crisi internazionale e il richiamo perenne della patria e della sua famiglia. Il cast include Riz Ahmed, Kate Hudson, Kiefer Sutherland e Liev Schreiber.

“La Mostra di Venezia è lieta di ospitare nella serata d’apertura un film che propone numerosi spunti di riflessione – ha dichiarato il direttore Alberto Barbera – E’ una scelta che sottolinea il ruolo crescente della creatività femminile in tutti gli ambiti della cultura e della società contemporanea. Mira Nair ha realizzato un’esemplare trasposizione cinematografica di un romanzo che affronta il tema, di grande attualità, dei fondamentalismi di ogni ispirazione e natura. Con sensibilità, acutezza e notevole senso dello spettacolo, la regista persegue una difficile scelta di campo, ispirata da profonde motivazioni etiche e morali che, pur scegliendo di confrontarsi con la realtà, ne rifiutano i compromessi e le aberrazioni”.