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Memorial 9/11 tra arte e polemiche

Il Memorial 9/11 è il luogo del ricordo e delle polemiche. Ecco cosa sorge al posto delle Torri Gemelle e perché scatena tanto clamore

Memorial 9/11
AP

Al Memorial 9/11 di Ground Zero, l’aria di polemiche è più accesa che mai e fa da sfondo all’anniversario di una giornata di dolore e sconforto che pone le basi per una riflessione sul ruolo dell’arte nel mondo odierno. Sono passati undici anni dal giorno dell’attentato alle Torri Gemelle e  l’America dà finalmente il via libera al progetto del Memorial Museum mentre discute sulla destinazione finale dell’intera area. Attualmente lo spazio dove sorgevano le Torri Gemelle, inaugurato un anno fa durante il decimo anniversario della caduta delle Torri, è stato riorganizzato sulla base del progetto “Reflecting Absence”, dell’architetto Michael Arad e del paesaggista Peter Walker, vincitori del concorso indetto per il ripensamento dello spazio. Due piscine dal fondo nero si trovano in corrispondenza delle fondamenta delle Torri Gemelle. Buchi scuri che inghiottono quantità rilevanti di acqua, a simboleggiare la perdita di vite umane e il vuoto fisico lasciato dagli attacchi terroristici, mentre quasi 400 alberi riempiono i restanti 24.000 metri quadrati) del Memorial Plaza. Sul bordo delle piscine sono intagliati nel bronzo i 2,983 nomi delle vittime, e non è inconsueto incontrare visitatori, probabilmente parenti, muniti di carta bianca e matita che in rilievo copiano i nomi delle vittime disposti secondo un criterio di amicizia e vicinanza affettiva. Infatti amici, colleghi, team workers o persone incontrate da poco, sono inscritte gli uni vicini agli altri.

Alle due piscine si affianca poi il Memorial Museum, la pietra dello scandalo. Mentre l’area del Memorial è aperta da un anno, solamente oggi è stato raggiunto l’accordo per l’apertura del museo. Dietro il ritardo, un rimbalzare di paternità e competenze. Da un lato il sindaco della Grande Mela, Michael Bloomberg (presidente della Fondazione che controlla il “National 9/11 Memorial and Museum”) e dall’altro il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo e il governatore del New Jersey Chris Christie che insieme controllano la Porth Authority, proprietaria del sito del World Trade Center. Fino ad oggi era stato difficile stabilire chi avrebbe le pagato spese e gestito lo spazio, ma l’accordo è stato raggiunto. Ogni sezione dell’immenso Memorial Museum sarà gestita da un soggetto diverso.

Il Museo ospiterà esibizioni permanenti con materiale fotografico, video e oggetti personali dei testimoni dell’attentato alle Torri. Ma in corso c’è una polemica più spinosa e difficile da placare. Alcuni dei familiari delle vittime, che sono stati largamente considerati nell’organizzazione e nella scelta dell’utilizzo degli spazi del Memorial, criticano la destinazione finale dell’area. "Deve essere un luogo sacro e non trasformarsi in un’attrazione turistica di massa e in un parco per tutti", sostengono. Ma allora il ruolo dell’arte è quello di realizzare un santuario degli intimi, oppure di diffondere un messaggio che nel momento stesso in cui è creato può assumere diversi significati a seconda di chi lo riceve e del personale uso che si decide di farne? L’undici settembre è memoria personale che fluisce in quella collettiva. In questo senso l’acqua che scorre è simbolo perfetto, e dividere i due flussi, significa probabilmente depotenziare il ricordo di un paese che ha bisogno di entrambe le dimensioni per andare avanti e non dimenticare. 

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