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Lo shopping diventa low cost

Swap shop e dress crossing per rispondere alla crisi

Ragazza con pacchetti

In tempi di crisi economica e ristrettezza è sempre più difficile spendere una somma per l’ultima borsa griffata senza sentirsi in colpa o dover rinunciare ad una cena fuori. Quindi visto che scegliere tra il senso di colpa o le ristrettezze economiche, è già un dilemma, nuove soluzioni cheap suggeriscono uno shopping di qualità ma a poco prezzo. Si chiamano Dress Crossing e Swap Boutique. Il Dress Crossing nasce a Londra dall’idea di quattro giovani ragazze che un paio di anni fa hanno costituito una sorta di cooperativa dello stile con l’obiettivo di fare acquisti solidali.

Con un fondo di 300 sterline al mese, le giovani londinesi hanno acquistato senza scrupoli borse Fendi o Balenciaga, abiti Prada e di Marc Jacobs, borse Miu Miu e tanti altri capi ancora. Poi si scambiano i vestiti, tutte risultano ben vestite e la spesa è dimezzata. Si tratta delle versione strutturata del classico pomeriggio tra amiche quando si scambiano i vestiti. Certo bisogna stabilire delle regole ed essere corrette. La tendenza arriva adesso anche in Italia, grazie alla società “Amicheinfashion”, costituita da due ragazze, laureate precarie, che non vogliono rinunciare ad acquistare i must have e i capi di lusso della stagione. Il secondo rimedio anticrisi si chiama invece Swap Boutique, negozi dove non si spendono soldi perché l’unica forma commerciale accetta è il baratto. Da questa idea sono nati anche in Italia eventi come Swap Party a Bologna e la prima Swap Boutique a Milano dedicata al baratto di abiti, bijoux, oggetti di design e accessori. La crisi morde ma la creatività e l’inventiva reggono, o almeno rispondono.