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La svolta digitale della moda

Da Versus a Burberry, i brand più famosi si svecchiano puntando alla dirigenza giovane e al digitale

Sfilata Gucci
AP

Versus cambia mente e corpo pensando ad una gestione affidata i giovani talenti creativi. Burberry utilizza i social network come strumento primario di comunicazione e Gucci parla il linguaggio delle app. Sono solo tre dei brand che per le prossime stagioni guardano ai giovani e alle piattaforme digitali per creare e promuovere le collezioni. Cominciando con un atroce divorzio di Versus. Infatti l’area dedicata al mondo dei giovani di Versace, annuncia l’abbandono di Christopher Kane del suo ruolo di direttore creativo. Donatella Versace ha affermato: “Si tratta di un’evoluzione entusiasmante per Versus e per il mondo della moda. Non vedo l’ora di dare una svolta alle regole tradizionali del settore. Colgo l’occasione per ringraziare Christopher per il suo eccezionale contributo allo sviluppo di Versus nel corso di sei stagioni, durante le quali ho potuto apprezzarne il talento straordinario. Lavorare con giovani di talento, vederli crescere e svilupparsi professionalmente, come è avvenuto con Christopher nel corso di questi anni, rappresenta uno degli aspetti di maggior soddisfazione del mio lavoro. Gli auguro ogni bene per lo sviluppo della sua linea. Avrà sempre il mio pieno supporto”.

Discorso diverso per Burberry, che non cambia leadership ma sfrutta il megafono dei social network per la promozione dei propri prodotti. Con ottimi risultati. Per il lancio del nuovo profumo "Body" ha utilizzato infatti facebook, ricevendo un feedback di 400 mila "Like" in pochi giorni. Sempre sul web il gruppo britannico ha lanciato un servizio che si chiamato "bespoke", che permette al cliente di scegliere da zero ogni dettaglio del tipico impermeabileBurberry. Non poteva mancare all’appello Gucci, marchio storico da sempre aperto alle evoluzioni del presente, basti pensare alla recente svolta green che lo ha visto impegnato con il Ministero dell’Ambiente nel ridurre l’impatto di CO2 all’interno della propria filiera produttiva. Gucci ha investito sulle applicazioni e su i contenuti digitali da utilizzare nei propri monomarca, ampliando la fitta rete di contenuti esclusivamente digitali. Vista la crisi, i brand corrono al riparo dimezzando i costi e cercando di conquistare la fetta di consumatori giovani che ormai parla quasi esclusivamente il linguaggio del web 2.0.  Riusciranno nell’impresa?