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Tutti pazzi per Ruzzle

Tre manches, 16 lettere, 2 minuti a disposizione. Il social game più famoso del momento è semplice divertente e crea “dipendenza”

Ruzzle

Mevio, Oriate, Elateri, Lupatte, Tetidi, Dittee: ecco alcune delle parole che possono tornare utili quando si gioca a Ruzzle.
Ma cos’è, e perché ha riscosso cosi tanta popolarità?
L’applicazione mobile per Iphone e Android permette di sfidare, in un gioco simile al paroliere, amici, conoscenti, parenti ed estranei.  L’obiettivo è trovare il maggior numero di parole di senso compiuto sulla lavagna dello smartphone, passando rapidamente il dito sullo schermo. Le lettere possono formare parole purché siano collegate tra di loro. Chi riesce a trovare il maggior numero di parole in due minuti vince.

In Italia sono quindici milioni i ‘Ruzzlers‘ che hanno scatenato un delirio collettivo di digitazioni compulsive sfociate in una vera e propria mania.
L’applicazione è stata creata da un gruppo di sviluppatori svedesi della società Mag Interactive: battezzata con il nome Rumble, è arrivata a spopolare in tutto il mondo in pochissimo tempo.

E pensare che Ruzzle è su App Store dall’inizio del 2012, ma fino a qualche mese fa erano in pochi a parlarne, tanto che gli stessi sviluppatori l’avevano dato per morto. Poi intorno a dicembre, quasi per magia, un gruppo di utenti ha iniziato a giocarci assiduamente. Hanno iniziato a parlarne con amici, a scriverne su Facebook e Twitter e i numeri sono cresciuti esponenzialmente.
"Non abbiamo idea di come sia accaduto" – ha raccontato Roger Skagerwall uno dei creatori del gioco – “Dai nostri dati abbiamo notato che l’8 Dicembre si è formato un gruppo di giocatori molto assidui a Collins, una piccola città della Lousiana. Immaginiamo che un gruppo di ragazzi abbia iniziato a sfidarsi, innescando poi il passaparola”.
Complice la voglia di competizione e di sfida come pure l’adrenalina innescata tra una parola e l’altra, ecco che Ruzzle è diventato un gioco che crea una vera e propria  dipendenza, e nessuno ne è immune, nemmeno le star come Rihanna, definita una delle giocatrice più appassionate.

E così, mentre impazzano i programmi per rivelare trucchi e guide strategiche c’è anche chi ha scelto, come il Roma Comics (che aprirà i battenti dal 1 marzo), di creare un maxi torneo di Ruzzle.
Non solo, ma si vocifera anche che la televisione italiana è  molto interessata a crearne un format: la notizia arriva dal presentatore Gerry Scotty che ha ammesso di voler creare un programma tv ispirato proprio al social game.

Piccola nota: giocare a Ruzzle senza imbrogliare è la prima regola per una sfida divertente e gratificante, ma ciò non toglie che si possa comunque ricorrere a piccoli espedienti per ottenere un buon punteggio.
Ecco di seguito alcune dritte!
Partite sempre dalle lettere bonus e, quando il tempo sta per scadere, racimolate gli ultimi punti con le parole più brevi e facili da trovare (come gli articoli determinativi).
Se trovate una parola, verificate sempre se sia possibile declinarla al femminile o al plurale o allungarla in una parola composta.
Le parole che risultano dare punteggi maggiori sono i vocaboli arcaici o poco conosciuti.
C’è chi sostiene che ci sia una diversa strutturazione dei punteggi tra le prime due partite e l’ultima. Le prime due fanno guadagnare più punti con le parole brevi, come monosillabi e bisillabi. Nella terza invece quelle più lunghe.
Infine, a pochi centesimi, è possibile acquistare anche la versione a pagamento che, dopo aver giocato, vi mostrerà tutte le parole che avreste potuto trovare e non avete trovato: un ottimo allenamento per tutti quelli che oltre a divertirsi vogliono tenere in esercizio la mente.

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