Pubblicato il

Questione di texture

La consistenza degli outfit in passerella acquista un’importanza strategica nel risultato finale

Terzo giorno di una Milano Moda Donna piombata in pieno inverno: più che una kermesse di moda, è un'avventura estrema. Ma non è certo la neve ad ostacolare le fashion victims, che anzi sfidano il freddo a gambe nude, come vuole il nuovo bon ton, nonostante l'evidente pelle d'oca- e le più azzardate osano anche il sandalo aperto. Temperature a parte, i fili rossi che collegano una collezione all'altra cominciano a dipanarsi sul concludersi della terza giornata, ed ecco che, dopo mix and match di stampe e simbologie cinesi, si evidenzia oggi un'altra caratteristica del prossimo autunno inverno. A fare da colonna portante a molte collezioni presentate è la texture, la consistenza, quella sensazione sia tattile che visiva che nasce dal giusto incontro di filati. È la texture a trainare la collezione di Sportmax, che punta tutto sui materiali lavorati in modo esclusivo, accoppiati per dare effetti tridimensionali. Inaspettata è l'alpaca filata a mano di MaxMara, il cui effetto è una pelliccia. E' curiosa, attraente, la consistenza della maglieria nata in casa Iceberg, scomposta, quasi 'colata', twisted, direbbero gli anglofoni. Ancora, è la materia tattile che rende emozionante le creazioni di Roccobarocco, che per l'autunno inverno prossimo ha scelto la strada della sobrietà e del rigore, reso però importante dai tessuti, come il gessato che si sposa col floreale. E infine, è la texture a far venire voglia di toccare con mano le 'armature' leggere di Krizia. Si sente l'esigenza di saggiare, di affondare le dita, di scoprire come sono al tatto questi capi: l'interesse si rivolge verso la consistenza.

Giulia Mattioli