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Pasta alla spina, perché no?

Tagliare i costi della spesa e ridurre i rifiuti: è l’obbiettivo dei negozi che vendono prodotti sfusi, sempre più diffusi e davvero efficaci

Alimenti secchi

Riciclare fa bene al mondo intero, non c’è dubbio, ma smettere di produrre rifiuti sarebbe davvero il non-plus-ultra dell’evoluzione in senso ecologista. Se vi soffermate a pensare, la maggior parte degli elementi che gettiamo nel cestino sono confezioni di pasta, di yogurt, di biscotti, di merendine: pressoché ogni alimento ha il suo packaging, così come tutti i prodotti per l’igiene personale e della casa. Ecco che piano piano si sta facendo largo una nuova tendenza che si propone di azzerare la produzione di  spazzatura, facendo in modo che i prodotti vengano distribuiti senza confezione.

Parliamo dei ‘negozi alla spina’, in cui qualsiasi bene si vende sfuso: dalla pasta al caffè, passando per latte, legumi, cereali, spezie, vini, uova ma anche detersivi, shampoo, pannolini, saponi. Ne sorgono diversi in giro per le province italiane, ma anche se ancora pochi, si tratta di una realtà in espansione, grazie soprattutto alla rete Negozio Leggero, che propone al mercato un modo rivoluzionario di fare la spesa. Niente imballaggi, ma prodotti di qualità (da quelli tradizionali al biologico), presentati in particolari spinatrici e distributori, e sul sito ufficiale trovate anche una serie di ricette e schede della merce. Il primo Negozio Leggero nasce a Torino, città in cui ora ne sorgono tre, ma ha aperto i battenti anche a Moncalieri, Novara, Asti e Roma. A Capannori (Lucca) invece c’è La Bottega Ecofferta, che da alcuni anni, grazie all’impresa di sei giovani, promuove il consumo sostenibile: anche qui prodotti alla spina o sfusi, che vanno da quelli caseari ai salumi, passando per alimenti secchi, marmellate, oli, cibo per animali e cosmetica.

Oltre alla notevole riduzione dell’impatto ambientale che la spesa fatta in questo modo produce, è rilevante anche il vantaggio economico. I costi degli alimenti lievitano soprattutto a causa delle spese di imballaggio e trasporto, nonché di marketing: a volte due prodotti di simile qualità finiscono per avere differenze di prezzo altissime semplicemente per il marchio impresso sulla confezione. In media acquistare generi sfusi permette una riduzione di spesa che va dal 30 al 70%. Se poi pensate anche alla riduzione del costo pubblico per lo smaltimento dei rifiuti, la somma totale in fatto di ambiente e portafoglio (individuale o collettivo) è davvero impressionante. Aggiungiamoci poi che lo smaltimento dell’immondizia in Italia significa discariche che nessuno vuole, inceneritori, ingerenza della malavita, corruzione, diossina e tutti quei vocaboli che tragicamente associamo all’emergenza rifiuti, e l’idea di non produrne più diventa non solo utile, ma necessaria.

Ma come si f una spesa alla spina? Semplice, si va al negozio muniti di barattoli e contenitori, bottiglie e sacchetti (possibilmente in stoffa) e si spina dentro a questi la propria spesa, che viene poi pagata in base al peso. Non considerateli prodotti di nicchia: nel nord Europa sono molto comuni, e se cominciamo a sceglierli la loro diffusione aumenterà, per il bene davvero di tutti.