Pubblicato il

La banca senza soldi dove si deposita tempo

Chi l’ha detto che il tempo è denaro? Secondo i principi della Banca del Tempo, sono le competenze a rendere ricco

Concetto di scambio

‘Fare di necessità virtù’ è uno dei proverbi più adatti a questo periodo storico. La crisi economica, la mancanza di lavoro, e, perché no, di tempo, sta spingendo tantissime persone a spremersi le meningi e inventare un modo di aiutare e aiutarsi. Nascono veri e propri ‘esperimenti’ di gestione delle risorse, delle competenze, dei beni, che mirano ad auto organizzarsi piuttosto che aspettare, cuocere da sé le pagnotte piuttosto che attendere briciole. Tra questi tentativi di auto-organizzazione uno dei meglio riusciti è la Banca del Tempo, che in verità ha origini precedenti alla crisi economica così come la intendiamo oggi (siamo a inizio/metà degli anni Novanta), ma è proprio negli ultimi anni che l’esperienza si sta moltiplicando.

Cos’è una Banca del Tempo? La Banca del Tempo è un sistema di scambio che non prevede denaro, ma baratta competenze: la merce che si permuta è un’ora del proprio tempo, un’ora in cui si mette a disposizione degli altri la propria conoscenza o abilità in un determinato settore, in cambio dell’ora di qualcun altro. Chi ha bisogno di imparare qualcosa può richiedere sessanta minuti di tempo a qualcuno che la sappia, e in cambio offre una sua abilità: un’ora di lezione di cucina in cambio di un’ora di corso di inglese, per esempio. I settori sono infiniti, e spaziano dall’economia al giardinaggio, passando per visite culturali o lezioni di informatica.

Per entrare nel circuito occorre diventare soci della Banca del Tempo prescelta, e mettere a disposizione la propria competenza. Ogni ora equivale ad un’altra, ogni competenza ha lo stesso valore e pari dignità, e queste possono essere ‘accreditate’ in modo che prima o poi qualcuno le rimborsi: non è per forza un rapporto di scambio biunivoco ma un sistema di ‘crediti’. Solitamente non vi sono spese, ma in alcuni casi si prevede un rimborso in caso di necessità di spostamenti o attrezzatura particolare. E naturalmente le ore di chi organizza la Banca del Tempo sono valutate come tempo messo a disposizione.

Sono ormai diverse le realtà italiane in questo senso, ma il fenomeno già ha preso piede in Europa da qualche anno e si è diffuso a macchia d’olio in USA e America Latina. Le Banche del Tempo nostrane hanno origine dall’Emilia Romagna (su spinta del sindaco donna di Sant’Arcangelo di Romagna e del comitato per le pari opportunità), ma ora ne troviamo diverse a Roma e provincia, tanto che esiste un Coordinamento banche del Tempo Lazio (BdT Lazio), ne troviamo a Milano, a Genova, a Trento, a Catania, a Palermo, a Pesaro, a Savona, a Catanzaro. Esiste anche un Osservatorio Nazionale sulle Banche del Tempo, Tempomat, dove trovare documentazioni utili. E non ultima esiste l’Associazione Nazionale Banche del Tempo, il cui sito ufficiale è ricchissimo di informazioni sulla storia di questo fenomeno e su come aprire una banca, progetti, eventi vari, inaugurazioni e la lista completa delle banche italiane.