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È il momento di Vine

La nuova grande applicazione dell’estate si chiama Vine, che permette di girare brevi video e, naturalmente, condividerli

Video con smartphone, Kittenfishing

Il mondo delle app è in continua evoluzione, e i fenomeni di massa che si scatenano cambiano con rapidità. Se poi l’applicazione ha un risvolto social (e oramai per avere successo è praticamente obbligatorio), il boom è travolgente. Signore e signori, ora è ufficialmente il momento di Vine, applicazione che ancora non tutti conoscono, ma i ben informati e ben inseriti negli ‘ambienti che contano’ già adorano e utilizzano a profusione.

Vine è un programmino che permette di girare brevi video in stop motion chiamati proprio ‘vine’ e condividerli sui social network come Facebook e Twitter (che ha acquisito il software nell’ottobre 2012). I video hanno una durata massima di sei secondi, e l’applicazione è gratuita, scaricabile dall’Apple Store o tramite Google Player. Inutile dirlo, gli utenti sono impazziti. Se prima si potevano condividere solo pensieri e fotografie, oggi la propria vita animata può diventare social: piccoli eventi quotidiani, dalla preparazione della cena al gattino che gioca, ma anche documentazione giornalistica e pubblicitaria. Essendo poi video molto brevi, viene richiesta una certa creatività e capacità di cogliere l’attimo, anche se i vari filmati si possono poi assemblare in un video più lungo.

In pochi mesi dal lancio Vine registra già più di 13 milioni di utenti, un contagio inarrestabile. Tra le celebrità che lo usano già si annoverano nomi del calibro di Paul McCartney, o Tyra Banks, che lo usano per ‘promozione personale’, ma non mancano gli stilisti che sfruttano Vine per scopo promozionale, come Oscar De La Renta che lo ha utilizzato per mostrare il backstage delle sfilate, o Marc Jacobs che ha girato un mini-spot per le borse. Ci sono poi musicisti ed etichette che lo usano come vetrina (come la Columbia Records), compagnie e aziende che ne fanno brevi pubblicità (General Electrics, Honda). E c’è anche chi utilizza Vine per scopi tutt’altro che patinati, come il giornalismo live (BBC e Usa Today se ne servono) o per incentivare il nuovo fenomeno chiamato citizen journalism: eclatante l’esempio del cittadino turco che attraverso l’applicazione ha documentato l’attentato suicida del febbraio 2013 davanti all’Ambasciata Americana ad Ankara. Allo stesso modo, alcune immagini importanti per ricostruire l’attentato della Maratona di Boston sono state reperite grazie a Vine. Come moltissime altre applicazioni Vine può essere semplicemente un modo per incentivare il proprio edonismo oppure diventare uno strumento importante di comunicazione a seconda di come lo si usa.

I suoi creatori sono tre giovani newyorkesi, Dom Hofmann, Rus Yusutov e Colin Kroll, che hanno creato il software e venduto immediatamente a Twitter, consapevole della portata ‘rivoluzionaria’ dell’applicazione. I video si creano semplicemente toccando lo schermo per tutta la durata della ripresa, e sul blog di Vine, dove trovate moltissimi esempi, vi sono indicazioni su come creare buoni filmati in stop motion. Sempre sul blog, vengono selezionati e segnalati i video più originali, e, inutile dirlo, stanno già nascendo i fenomeni che ricevono milioni di ‘like’. La sfida del tempo ridotto fa nascere idee divertenti e buffe, e allo stesso tempo mette alla prova la creatività degli utenti che riescono a postare, per esempio, una video-ricetta in pochi secondi. Visto che è tempo di mare, la sfida è aperta: chi riuscirà a raccontare le vacanze in soli sei secondi?

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