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Il Tiramisù, un chiacchierato protagonista

Si anima la discussione sulla paternità del Tiramisù, il dolce al cucchiaio più famoso (e bistrattato) del mondo

Tiramisù

Mai dessert ha scatenato tante discussioni: dopo le recenti dichiarazioni di Luca Zaia sulla necessità di riconoscere ufficialmente il Tiramisù in quanto prodotto veneto, e proteggerlo dalle contraffazioni e imitazioni, si levano cori favorevoli e contrari. Una bella discussione agostana in pieno stile, ripresa addirittura dai quotidiani internazionali.

All’origine della disputa innanzitutto la natività: molte fonti lo danno come un dolce nato a Treviso, presso un ristorante tutt’oggi in attività, ‘Alle Beccherie’. La proprietaria Ada Campeol ne avrebbe inventato la ricetta negli anni Settanta assieme allo chef Roberto Linguanotto, cercando un alimento ricco e sostanzioso che la supportasse nell’allattamento del primogenito. Secondo il Governatore del Veneto è giusto e doveroso riconoscere la peculiarità regionale di questo dolce al cucchiaio, e proteggerla come già si fa per altri prodotti (come la pizza napoletana Stg, Specialità Tradizionale Garantita).

Ma poco lontano c’è chi solleva gli scudi a rivendicare che il Tiramisù avrebbe invece origine carnica, per la precisione sarebbe nato a Tolmezzo, presso l’Albergo Roma e grazie alla signora Norma Del Fabbro addirittura negli anni Sessanta. E non mancano rivendicazioni miste a leggende metropolitane che ne collocano la nascita in Piemonte, in Lombardia, in Puglia. Il Guardian ha dedicato alla faccenda un articolo intitolato ‘Salvate il Tiramisù’, in cui intervista il figlio di Ada Campeol, Carlo, che manifesta il suo ‘orrore’ verso gli ingredienti alieni come le fragole o il liquore.

La ricetta tradizionale prevede infatti che si montino i tuorli d’uovo con lo zucchero, vi si aggiunga il mascarpone, e con la crema preparata di sovrappongano strati di biscotti Savoiardi inzuppati nel caffè amaro, con una spolverata finale di cacao. C’è poi chi sottolinea l’importanza di disporre i biscotti in versi diversi per ogni strato, in modo da comporre una struttura più solida, e chi lo fa direttamente in coppette monodose. L’importante è conservarlo in frigorifero almeno un paio d’ore prima di servire. Eppure a leggere le ricette in giro per il web, si trovano varianti di ogni genere, che utilizzano il nome Tiramisù per qualsiasi dolce al cucchiaio fatto a strati. Ecco che troviamo il tiramisù che usa lo yogurt o la panna anziché il mascarpone, chi non mette l’uovo, chi aggiunge frutti di bosco, o chi rimpiazza i Savoiardi con pan di Spagna, i Pavesini o addirittura i Pan di Stelle. Certo, alla creatività in cucina non c’è fine, ma chiamarlo in ogni caso Tiramisù fa storcere il naso ai puristi della tradizione tanto quanto una pizza con l’ananas.

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