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Cake, la cultura araba del dessert

 19 artisti internazionali interpretano un antico ricettario arabo/francese trovato in un charity shop

Copertina libro Cake

Che cosa succederebbe se girovagando per un “charity shop” di Kensignton High Streeta di Londra vi imbatteste in un piccolo manoscritto ingiallito dai caratteri arabi e francesi?
Fareste probabilmente come Manuela De Leonardis, curatrice del libro “Cake. La cultura del dessert tra arte Araba e Occidente”, che raccoglie oltre sessanta ricette di dolci, ritrovate tra le pagine di uno strano quaderno antico che profuma d’Oriente.

Il ricettario risale agli anni 60, ed è stato scritto con tutta probabilità da una donna libanese: “Con l’inchiostro azzurro sono scritte in arabo e francese oltre sessanta ricette di dolci – ha raccontato Manuela De Leonardis – molte delle quali associate a nomi femminili: Gateau chocolat Rose, Biscuit Ely, Croissant, Biscuit Linda, Sfouf Souad, Tarte Laurice, Kataif Souad, Gateau Tania, Tarte Hélène, Petits-fours Mary Karkalla. Come se la singola voce femminile dell’autrice diventasse corale nel momento in cui traccia una mappatura di ricette trasmesse da altre donne.” 

A metà strada tra un libro d’arte e un ricettario di cucina “Cake” è il risultato di un viaggio dolce che attraversa il sapere, contaminando linguaggi che si connotano di sapori, colori, profumi diversi. Un volume artistico che riprende le ricette del manoscritto sconosciuto, tradotte in italiano e inglese, e le valorizza con fotografie delle opere pensate dai diciannove artisti coinvolti in questo progetto, che hanno interpretato a modo loro il gustoso universo dei dolci. Hassan Al-Meer, Paolo Angelosanto, Yto Barrada, Beatrice Catanzaro, Maimuna Feroze-Nana sono solo alcuni degli artisti che si sono lasciati sorprendere e incantare dalla cucina araba, dando vita cosi ad un progetto no-profit a sostegno di Bait al Karama (Casa della Dignità). 
Tutti gli artisti, gli autori dei testi e del progetto grafico, i partner e media partner hanno infatti contributo a titolo volontario alla realizzazione del libro i cui ricavati andranno devoluti al Bait al Karama, la prima Scuola di Cucina Palestinese (presidio Slow Food in Palestina) creata dalla cooperativa di donne palestinesi di Nablus.

Bait al Karama intende combinare un’impresa sociale improntata sulla cultura culinaria palestinese con l’attività di ricerca artistica e storico-culinaria, con l’obiettivo di creare posti di lavoro per le donne che vivono nella Città Vecchia di Nablus.

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