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Karim Rashid e l’estetica del design

Ottimista, colorato, eclettico, visionario: Karim Rashid, il designer del momento

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Ama il rosa sopra ogni altro colore, l’interdisciplinarità è la sua ragion d’essere, il talento e l’audacia le sue fondamenta: Karim Rashid è oggi uno dei nomi più importanti del panorama internazionale del design, astro splendente nel firmamento delle star di settore. Prolifico è dir poco: la sua mente partorisce idee con una cadenza impressionante, e il suo panorama non si limita certo ad un settore. Sono oltre 3000 i pezzi di design attualmente in produzione che portano la firma di Karim Rashid, e più di 300 i premi ricevuti per essi (è praticamente ‘abbonato’ al Good Design Award); 40 i Paesi che ospitano le sue opere, 20 le collezioni permanenti in cui espone pezzi che sono ufficialmente diventati cult – tra cui il Museum of Modern Art di New York.

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Di origini anglo-egiziane, Karim Rashid ha vissuto sin da giovanissimo in Canada, dove si è laureato in Industrial Design alla Carleton University di Ottawa. Ha completato gli studi post-laurea in Italia, dove ha lavorato a stretto contatto niente meno che con Ettore Sottass. Tornato in Canada, lavora per diversi anni a Toronto, fonda il suo primo studio, e comincia a lavorare a New York, città dove si apre ufficialmente la via della fama e dove attualmente risiede. Prolifica la sua carriera come insegnante e giornalista su riviste di settore, ma ovviamente è al lavoro pratico che deve la fama.

Karim Rashid crea praticamente di tutto: dagli oggetti di uso comune agli accessori moda, passando per mobili, arredamento, decor, luci, packaging, grafica, allestimento degli spazi. Tra le collaborazioni prestigiose vanta oggetti di lusso creati per Alessi, Veuve Cliquot, Christofle, ma anche produzioni che definisce ‘democratiche’ per marchi come Umbra, Bobble, 3M; e ancora, pezzi di arredamento ideati per Bonaldo, luci per Artemide, prodotti hi-tech per Samsung e Asus, superfici per Abet Laminati, loghi per Citibank e Sony Ericsson, packaging per Kenzo, Hugo Boss, Paris Baguette, solo per citarne alcuni. Tra le progettazioni di interni si annoverano ristoranti, hotel, gallerie. In Italia, la firma di Karim Rashid si è impressa sulla nuova stazione della Metro Università di Napoli.

Convinto sostenitore del fatto che il design abbia un importante ruolo da svolgere, che non è ‘risolvere i problemi del mondo’, ma abbellire il contesto in cui si vive, sia che si tratti di urbanistica che di interior. Il design secondo Rashid deve migliorare le nostre vite dal punto di vista estetico, poetico, sensoriale, emozionale e sperimentale, dichiara nel suo manifesto. E per farlo si avvale di colori sgargianti (abbiamo già detto che adora il rosa, ma anche il giallo, il lime, l’arancio), di forme sinuose e piacevoli da toccare, di materiali che si mescolano armoniosamente e in modo sperimentale. Le creazioni di Karim Rashid sprizzano ottimismo da tutti i pori, positività, allegria. Niente nostalgia, niente antichità, in un certo senso niente tradizione se questa significa rimanere ancorati al passato: l’estetica si evolve, i rituali cambiano, e Karim Rashid suggerisce nuovi linguaggi per conoscere, comunicare e vivere i nostri tempi.

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