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American Cool, 100 icone di stile a stelle e strisce

Misurare il quoziente di coolness; ci prova una mostra fotografica a Washington tra promossi e bocciati illustri

Rossetto a stelle e strisce
 thinkstock
Se esiste l’american way of life non si vede perché non si possa quantificare un american way di essere cool. Tradotto, si tratta di un’espressione che descrive il potente mix di carisma, equilibrio e personalità che è in grado di penetrare nella cultura popolare fino a trasformarne radicalmente le convenzioni più strutturate. La National Portrait Gallery di Washington, documenta dal 7 febbraio e a ritmo di fotografie d’autore, l’ampiezza del fattore C in 100 ritratti di icone che incarnano una delle qualità più desiderabili della commedia umana. Cosa vuol dire essere cool? Il concetto ha radici storiche nella definizione attribuita al jazzista Lester Young nei primi anni ’40, che lo definisce come un’attitudine a seguire la propria inclinazione naturale nel comportamento nonostante la forte oppressione sociale. Più tardi il termine si evolverà fino a definire un modo di essere e pensare non costruito ma radicalmente capace di rompere gli schemi del pensiero tradizionale. 

Se il concetto di “figaggine” può apparire come un’attitudine spontanea, il processo di selezione da parte degli organizzatori della mostra per decidere quali personalità includere nel museo dell’estro, è durato ben cinque anni. Risultato? Dentro Marlon Brand e Missy Elliott, fuori Marilyn Monroe e Chet Baker. Bocciati illustri, artisti talentuosi ma figure che hanno influito per meno tempo, solo una decade, nei costumi del continente e raccolti in una lista separata dal titolo Alt- 100. 

 
Quello che sorprende della mostra, è quanto indietro affondi l’idea di essere cool – ha dichiarato il curatore Kim Sajet  – è fantastico che siano fotografi rinomati ad avere scattato i ritratti dell’esibizione”. 
 
Tra i fotografi che hanno ritratto i 100 miti di stile, Diane Arbus, Annie Leibovitz e Herman Leonard. Nelle loro visioni artistiche troviamo grandi divi e condottieri di opinioni come Greta Garbo, Ernest Hemingway, Prince e Quentin Tarantino e molti altri. Sono il numero dei candidati che ha passato il duro radar dell’essere cool. Ciascuno di essi deve aver dimostrato in base alla propria biografia personale di possedere almeno uno dei seguenti requisiti: incarnazione di spirito ribelle, potere iconico, e una riconosciuta eredità culturale. Dopo aver individuato 100 vincitori, questi ultimi sono stati suddivisi in base all’eta di nascita e al relativo periodo di influenza nell’organico della mostra. Roots of Cool con Walt Whitman, The Birth of Cool dove troviamo James Dean e Billie Holiday tra gli altri, Cool and the Counterculture con Steve McQueen e e infine The Legacy of Cool, l’ultima parte dedicata ai protagonisti, ecco Madonna e Benicio Del Toro, che incarnano le icone contemporanee di trasgressione e innovazione dello status quo. La strada dello stile è lastricata di buone intenzioni e solo i migliori vincono il titolo di personalità influenti nella storia del costume globale. 

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