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Non accontentarti del solito protavivande

Sano, dietetico o stellato: il lunch box torna di moda e diventa chic

portavivande indiano
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Bambini, impiegati ma anche manager e professionisti. Tutti pronti al mattino con il portavivande carico di pranzi salutari. Perché se è vero che sette italiani su dieci mangiano in ufficio, la “schiscetta” assume un ruolo importante e oggi diventa un oggetto di tendenza che non sfugge al design.

Merito anche del film di Rinesh Batra Lunchbox, storia d’amore e ricette di cucina premiata dal pubblico allo scorso Festival di Cannes e ora nelle nostre sale. La pellicola è ambientata in India, terra in cui il cibo ha un valore sacro, e racconta la storia di Ila, casalinga in cerca di attenzioni che decide di impegnarsi in deliziose ricette che il marito troverà nel suo “dabba” a lavoro. Ma i premurosi manicaretti di Ila andranno a finire sulla scrivania di un altro impiegato che non potrà far altro che innamorarsi di lei. Il dabba indiano è un contenitore diviso in tre scomparti destinati a tenere in caldo i pasti; quello che noi comunemente chiamiamo termos o porta pranzo e che ci catapulta indietro nel tempo, alle immagini di Laura Ingalls in “La casa nella prateria” che saltella con il suo cestello di latta fra i campi di grano.

“Scatolette” icone dimenticate per molti anni e soppiantate dal food superfast di bar e mense che poco hanno a che fare con il sano cibo di casa. Nell’era del “siamo quello che mangiamo” e del “meglio se bio” l’industria dell’alimentazione ha pensato di mettere in vaschetta insalate pronte per essere condite o frutta fresca sbucciata e tagliata. Non solo. Sono sempre più numerosi gli italiani che portano il pranzo a lavoro, perché più economico e preparato con alimenti più salutari. E così la schiscetta torna alla ribalta nei modelli più svariati, dal classico di metallo con il gancio sul coperchio – tanto caro agli operai che dall’alba faticavano nei cantieri – al moderno scalda vivande elettrico.

Il lunch box – come spiega uno studio promosso da Polli Cooking Lab, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari – diventa addirittura chic cambiando forma, materiale, contenuto, proprietario ed esigenze. Contenitori tecnologici, colorati, raffreddanti, riscaldanti, in tinta con la ventiquattrore, abbinate all’abito, in tessuto bio, in fogge glamour. Contenuti ipocalorici ed esteticamente ammiccanti grazie a frutta, verdura, sushi, formaggi light, prodotti freschi, insaccati doc, tofu, zuppe, centrifughe e altre ingegnose e sane soluzioni suggerite da chef stellati; il celebre chef inglese Charlie Bigham – ad esempio – ha realizzato quella che è la schiscetta più costosa di tutti i tempi. Un pasto pronto al consumo che in una comoda vaschetta, contiene uno sformato composto da aragosta della Cornovaglia, pesce cotto e bagnato da Dom Perignon del 2003, tartufo d’Alba, caviale beluga e sormontato da una foglia d’oro commestibile nell’Happy meal, due cucchiai di madreperla e una selezione delle migliori ostriche.

E per chi opta per il pranzo homemade, i portavivande diventano strumenti bon ton di cui far mostra al pari di una borsa firmata. In commercio la schiscetta Dabba di Ram Industrial Design che chiusa, si abbottona come un cappotto e  aperta è completa di quattro contenitori, un piccolo tagliere, posate e tovaglietta. La vecchia gavetta in latta disponibile con tre scomparti: è quella di To Goware, marchio etico che sostiene l’associazione WEAVE, progetti e lavoro delle comunità Thailandesi e Birmane. Maiuguali propone invece porta panini simili a portafogli, porta pranzi che sembrano shopping bag e il contenitore a forma di frigorifero anni ‘50 in materiale plastico con chiusura ermetica, tre scomparti e posate. O ancora dal Giappone, Kotobuki firma il Bento Set: termos a forma di Samurai, Geisha e piccolo chef scomponibili in tre contenitori e l’immancabile ciotola nipponica. Goodbyn, marchio americano che produce lunch box per bambini, propone Too Cool: sei scomparti, di cui uno mini per i condimenti, per piccoli palati indecisi su cosa preferire a mezzogiorno.

I bambini hanno vasta scelta in campo lunch box. A loro Disney Store dedica i porta merende in plastica o latta a chiusura ermetica con l’intera gamma dei personaggi più amati. Tyrrell Katz, azienda londinese, produce invece borse termiche contenenti spaziose porta merende e borracce decorate con fate, folletti, principesse cavalieri, dinosauri o macchine; in cordinato tovagliette, sacche, zaini e servizi da tavola. L’azienda tedesca LusciaMar invece, personalizza i lunch box a suddivisione tripla in cui possono convivere pacificamente tramezzini, albicocche e caramelle.

Colorate o metalliche, old style o futuristiche, che contengano pasti light o saporite ricette della nonna, le schiscette lanciano un messaggio ben preciso: portafogli, tempo e linea possono essere tutelati a qualunque gusto.