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Carnevale all’italiana: dove si festeggia

Carnevale non è solo Venezia. La festa più irriverente dell’anno da nord a sud

Carri carnevale
Ufficio Stampa Fondazione Carnevale di Viareggio

Un tripudio di colori, di musica e rumore, di scherzi, di irriverenza: Carnevale è una festa che, secondo la tradizione, nasce per ‘alleviare’ il popolo dalla pesantezza dei loro obblighi. Un periodo all’anno in cui il disordine prende il sopravvento e folleggiare diventa l’unico dovere. Siamo già nel pieno della ricorrenza, ma il vero clou arriva questo fine settimana, compreso tra il giovedì grasso (27 febbraio) e il martedì grasso (4 marzo) giorno ufficiale di chiusura. Ebbene, dove andare a divertirsi tra maschere e coriandoli?

Ovviamente Venezia è la regina del Carnevale: la tradizione del volo dell’angelo che ufficializza l’inizio dei festeggiamenti, le maschere iconiche, la Vogata del Silenzio, la Festa delle Marie, sono solo alcune delle decine di iniziative che prendono vita nella città lagunare. Il fascino dei costumi d’epoca e la bellezza della città stessa  fanno il resto. A competere con Venezia, ma con tutt’altro stile, il Carnevale di Viareggio, celebre soprattutto per le parate degli incredibili carri allegorici che sfilano sul lungomare: le prossime date sono domenica 2 marzo e martedì 4, in chiusura.

Ma se Venezia e Viareggio sono le fuoriclasse, ci sono altre cittadine italiane dove il Carnevale è un evento imperdibile. Lo Storico Carnevale di Ivrea per esempio, che si caratterizza per il folclore legato alle leggende e le tradizioni del medioevo, e dove i festeggiamenti si svolgono indossando un caratteristico berretto rosso, a simboleggiare la ‘battaglia delle arance‘ evento clou delle celebrazioni, in cui squadre di ‘aranceri’ si sfidano goliardicamente a colpi di agrumi.

Antichissimo, il Carnevale di Fano viene festeggiato con carri allegorici da cui vengono gettati dolciumi mentre musicisti accompagnano la festa suonando vari oggetti come strumenti. Le prime tracce storiche del carnevale marchigiano risalgono addirittura al 1347. Assai antico anche il Carnevale di Putignano, in Puglia, che è anche uno dei più lunghi: comincia addirittura a dicembre. Anche qui i carri allegorici sono protagonisti, e particolarmente nota è la sfilata finale, il funerale del Carnevale, rappresentato come un maiale, a cui segue il suono delle campane a lutto e una scorpacciata di prelibatezze locali, che secondo la tradizione sarebbe l’ultima prima di iniziare il digiuno quaresimale.

In Sicilia è il Carnevale di Acireale il più famoso, noto per i carri infiorati, cioè in cui i soggetti sono interamente decorati con i fiori. In Sardegna si celebra una manifestazione carnevalesca di tutt’altra atmosfera: a Ulassai, Ogliastra, su Maimulu celebra l’omonima maschera, piuttosto spaventosa e dalle evocazioni ancestrali legate al concetto di vita e morte, e le sue ‘sorelle’ altrettanto lugubri e paurose. E’ l’Orso invece la maschera tipica del Carnevale di Satriano, in Lucania, assieme all’Eremita e la Quaresima: la prima è vestita di pelle di pecora ed ha il volto incappucciato, la seconda si ricopre di foglie e rami fino a diventare un cespuglio, la terza si copre con un manto nero e porta una culla.

Infine, tornando al nord non si può dimenticare il Carnevale di Cento, in provincia di Ferrara, solitamente animato da carri allegorici e danze coreografiche e gemellato con il Carnevale di Rio de
Janeiro. Purtroppo questa edizione è stata annullata a causa di normative sulla sicurezza in seguito al terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012.

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