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La maledizione della bellissima Gaiola

La leggenda dell’affascinante isola maledetta del Golfo di Napoli

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L’isola della Gaiola è una delle isole minori presenti tra le acque del Golfo di Napoli ed è situata dirimpetto alla costa di Posillipo, nell’omonimo Parco sommerso. L’isola trae la propria denominazione dalle cavità che costellano la costa napoletana, anche se in origine era nota con il nome di “Euplea”, in quanto caratterizzata da un piccolo tempietto dedicato alla Venere euploea.

L’isolotto, è situato a soli 30 metri di distanza dal bagnasciuga. Anticamente doveva essere collegato a Posillipo da un lembo di terra, ma già ai tempi dei romani un crollo portò la Gaiola a separarsi dalla terra ferma. Oggi, l’isola risulta essere divisa in due parti, frutto della divisione di un unico blocco di tufo avvenuta all’incirca nell’ottocento, ed un esile ponte collega i due atolli.

Sull’isolotto maggiore, si trova una villa edificata nella metà dell’Ottocento, mentre su quello minore, la famiglia Agnelli vi fece realizzare un eliporto. Inoltre, per proteggere il fondale della zona, ricchissimo di resti archeologici, dal 2002 è stato istituito il Parco Sommerso e l’Area Marina Protetta di Gaiola.

L’isola, oltre ad essere un vero e proprio tesoro del patrimonio paesaggistico italiano, gode di una fama molto particolare: sembra essere maledetta. Fino al XIX secolo, accanto all’isola, sorgeva un altro edificio romano semisommerso noto come “la Scuola di Virgilio”. La leggenda narra che in questo luogo il vate insegnasse le arti magiche, riti e pozioni di ogni genere. Questi intrugli finirono per inquinare le acque cristalline intorno all’isola, dando luogo ad un potente maleficio che iniziò a colpire chiunque si trattenesse troppo a lungo da quelle parti.

E così l’isola Gaiola, nonostante la sua incantevole bellezza, sin dai tempi più remoti ha collezionato numerosi eventi insoliti ed inspiegabili. La serie di episodi sfortunati avrebbe avuto inizio attorno al 1920, quando il proprietario dell’isola, un certo Hans Braun, fu trovato assassinato. Poco tempo dopo, la moglie morì per annegamento ed il proprietario seguente, Otto Grunback, morì di infarto.

Ma la malasorte non si fermò e continuò a colpire gli sventurati proprietari. Maurice Sandoz, titolare della nota casa farmaceutica, abitò sull’isola negli anni ’50 e subito dopo venne rinchiuso in un manicomio dove si suicidò. In seguito la villa venne acquistata da Giovanni Agnelli, che la tenne pochi anni, per poi rivenderla a Paul Getty, magnate del petrolio. Quest’ultimo non ebbe alcun problema sino al 1973, anno in cui la ‘ndrangheta rapì suo figlio. Dopo l’amputazione di un orecchio del ragazzo, la famiglia Getty dovette pagare un riscatto di 17 milioni di dollari.

Infine, nel 1978 l’isola passò nelle mani di Gianpasquale Grappone, detto Ninì, creatore del Loyd Centauro. Anche lui finì in prigione per colpa di incalcolabili debiti. A quel punto la villa fu messa all’asta e quando fu venduta, la moglie Pasqualina Ortomeno morì in un incidente stradale. Da quel giorno l’isola diventò proprietà della Regione Campania e, per motivi scaramantici, è disabitata da quasi 40 anni.

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