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Wes Anderson, a scuola di stile con Grand Budapest Hotel

Infantili, diabolici, romantici e inquietanti; il look di scena dei personaggi del regista amato da brand di moda e cinefili

Grand Budapest Hotel 
Courtesy of Fox Searchlight
Nome, Wes, cognome, Anderson, caratteristiche principali, essere uno dei registi più amati del panorama cinematografico contemporaneo, e artista corteggiato dai marchi di successo. L’ideatore di successi come Moonrise Kingdom e del prossimo Grand Budapest Hotel, riversa estrema cura nella caratterizzazione estetica dei personaggi che popolano i propri stralunati universi collettivi. Da I Tenenbaums a Le Avventure acquatiche di Steve Zissou, lo stile dei costumi di scena rappresenta un elemento importante per la caratterizzazione del personaggio.
Nel mondo visivo di Anderson, il dialogo di capi iconici appartenenti a diversi settori, dalla sport-couture all’alta moda, e una passione insolita per le divise, da quelle boyscout a quelle marinaresche di Steve Zissou, esprimono tutta l’estranietà dei personaggi in cellulosa rispetto alla comune morale, e regalano ai propri ritratti corali la specificità di tipi umani senza tempo. Un lavoro sui personaggi che per ogni film, specialmente nelle ultime produzioni, impiega uno staff tecnico di più di venti persone e che si avvale del lavoro di professionisti del settore come Milena Canonero, costume designer italiana vincitrice di tre premi Oscar e creatrice di costumi di Grand Budapest Hotel.
 
Tra i look più amati e copiati, troneggiano quelli studiati per il film I Tenanbaum. Qui, in un microcosmo familiare disfunzionale, regna l’imperativo estetico di mescolare la sport couture e il kitsch vintage. Le tute Adidas di Ben Stiller, la fascia da tennis su giacca casual di Luke Wilson, e la nostalgica espressione che scaturisce dall’uso abbondante di kajal nero per sottolineare lo sguardo vitreo di Gwyneth Paltrow, avvolta per tutto il tempo del film in una pelliccia voluminosa targata Fendi. In Moonrise Kingdom trionfa invece un fascino più retrò. Abiti dal taglio anni ’60 e calze al ginocchio per descrivere tenere figure infantili ricche di romanticismo esasperato. 
 
Per il prossimo Grand Budapest Hotel, dal 10 aprile in tutte le sale, i capi più iconici sono una cappa in velluto di seta dipinta a mano e bordata di visone nero realizzata da Fendi e maxi cappotto in stile militare di astrakan grigio dell’ispettore Henckel, interpretato da Edward Norton. Non chiamatelo solo vezzo estetico insomma, dietro la cura del look c’è tutto il racconto originale di storie magnetiche e affascinanti. 
 
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