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Rossella Brescia, la mia vita “in punta di piedi”

Tv e radio, danza e teatro: Rossella non si risparmia lei. Dopo aver dato nuova vita alla Gradisca di Fellini, punta ancora più in alto. Tra viaggi e amore

Rossella Brescia
 Foto @LaPressse

Qualcuno la fermi: la bella, brava e sensuale Rossella Brescia nasce con la danza, cresce nella televisione e diventa, anche, una delle voci radiofoniche più amate per il dolce “buongiorno”, a “Tutti pazzi per RDS”. Dopo aver fatto rivivere lo charme e i sogni della mitica Gradisca all’Olimpico di Roma, indimenticato personaggio felliniano, mi confessa di voler continuare “in grande”. Di voler puntare al cinema. E di voler amare con “i piedi per terra”. O, chissà, in punta di piedi.

Innanzitutto i miei complimenti per aver riportato in vita, con eleganza e sensualità, la famosa Gradisca dell’indimenticato e mai troppo celebrato Federico Fellini, in occasione del 40° anniversario del film Amarcord e del 20° della sua scomparsa.
Per me è stato un grande onore far conoscere quella piccola porzione dell’immenso mondo felliniano. Grazie alla danza, che conquista anche i più giovani, siamo riusciti a far rivivere quelle emozioni cinematografiche a chi non ha le potute conoscere per questioni anagrafiche.
Chi è, per te, Fellini?
E’ un adorabile pazzo: ha quella sana e folle creatività che non può non conquistarti. I suoi film, avanguardia pura, risultano attuali ancora oggi. Basta pensare ai numerosi Oscar che ha vinto, un grande orgoglio italiano. Per me è stato bellissimo studiare Fellini, i suoi film, e soprattutto quel capolavoro di Amarcord. La Gradisca, inoltre, è una donna tenera, e non soltanto avvenente: aveva degli obiettivi, dei sogni, tra cui quello di costruire una famiglia, la sua famiglia.
Ma il tuo omaggio a Fellini non finisce qui.
Sarò la madrina della mostra di Roberto Di Costanzo presso Il Margutta RistorArte, praticamente “sotto casa di Fellini”. E sarà presente anche un mio ritratto, anche questo realizzato dall’artista, che ha deciso di immortalarmi, per l’appunto, come Gradisca.
Con la tua danza hai raccontato Storia e storie, ma quali sono le emozioni sul palco di Rossella?
La danza non è soltanto tecnica, ma anche interpretazione: dimentichi la tua vita e ti immedesimi in un ruolo. Come se vivessi un’altra esistenza. Ed è bellissimo. Ecco, è questa la magia più grande.
Non solo danza, ma anche radio e televisione. Cosa ti manca ancora?
Il mio lavoro è imprevedibile: è come se accettassi ogni giorno una nuova sfida. Ma vorrei un’occasione in più nel cinema. Dopo tutto, anche nella danza, c’è sempre la ricerca e l’immedesimazione in qualcuno che non sei tu.
E la danza? Non dirmi che vorresti appendere le scarpette al chiodo.
Stiamo per partire con un nuovo progetto, dedicato alle donne che hanno amato troppo. Già in passato ho preso parte in opere su Carmen e Cassandra. E a queste, stavolta, si aggiunge Medea. Non sarò sola: al mio fianco l’attrice Vanessa Gravina. Non vedo l’ora di rituffarmi in questa avventura, sospesa tra danza, prosa e musica.
Dove e quando?
Nei teatri antichi. All’aperto. In estate.
Ecco, tutta l’estate in giro. Un po’ ti invidio.
In effetti è una cosa che mi piace molto: amo i teatri antichi, senti il passato che ti sovrasta, un turbinio di emozioni in una sola serata . Potrebbe essere la volta buona per tornare nella Valle dei Templi e in Puglia. Ma mi piacerebbe anche la Toscana: mi piace toccare quei posti all’aperto che hanno fatto la storia.
E a proposito di donne che hanno amato troppo, qual è il tuo rapporto con il cuore?
Ecco, anche in questo ho i piedi per terra. Sono poco impulsiva, è raro che mi lasci andare a scatti irragionevoli. Ma lo faccio più per autodifesa che per schemi relazionali.
Dai un consiglio alle tante, troppe donne che sono gelose della tua forma fisica. Lo sai, l’invidia…
No, no (ndr, ride). In realtà non ci vuole tanto: le cose fondamentali sono mangiare sano e fare sport. Anche se non lo si fa a livello agonistico. Basta il movimento. Occorre volersi più bene, ogni giorno, senza eccessi né sacrifici.
Un’ultima richiesta, forse un po’ marzulliana: il tuo augurio.
Risollevarci il prima possibile da questa grave crisi, per tornare ad essere il Bel Paese che già siamo. Dopo tutto l’Italia ha sempre fatto gola a tutti,  un po’ come l’America. Ecco, spero che torni a rivivere il grande “sogno italiano”. Per tutti.