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Da Torino a Taipei: Chef Igor Macchia

Aglio, pomodoro, zafferano, caffè: sapori tradizionalmente italiani che uno chef stellato rende appetibili ai palati orientali. Igor Macchia porta la cucina italiana in Asia

Chef in Asia
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Far innamorare i palati taiwanesi dei sapori della cucina italiana contemporanea è una sfida non da poco. Il giovane Chef Igor Macchia l’ha vinta, e prova tangibile di questo successo è La Festa, ristorante a Taipei in cui viene proposto il repertorio classico de La Credenza, che invece si trova a due passi da Torino. In entrambi i casi lo chef è lui: Igor Macchia è un nome che in Oriente si identifica con la cucina italiana. Il suo successo è dovuto alla capacità di armonizzare i sapori mediterranei con i gusti orientali, legando paesi come Taiwan appunto, ma anche Cina, Thailandia, India, alla tradizione Italiana, adeguatamente innovata.

“Quando ho iniziato, se non c’erano l’aglio e il pomodoro, non capivano. Oggi la nostra immagine è cambiata. Perché la cucina ha imboccato la strada del gusto senza compromessi, valorizzando i prodotti nel modo più radicale” afferma lo Chef, impegnato non solo nella guida del ristorante La Festa, ma consulente e promoter all’estero di tutto ciò che riguarda i sapori del Belpaese. Ospite richiestissimo nelle cucine più prestigiose dell’Estremo Oriente, ma anche nei programmi televisivi, Igor Macchia lavora alacremente nella trasmissione della conoscenza, insegnando agli chef locali le tecniche, i trucchi, i procedimenti che fanno della cucina italiana una delle più apprezzate al mondo. E’ anche chef in charge del trofeo internazionale ATP di Shanghai, in cui Igor Macchia assieme ad un team di 20 professionisti si occupa di saziare i più grandi tennisti del mondo.

35enne e già stellato dal 2006, Igor Macchia ‘nasce’ nelle cucine de La Credenza, ristorante a San Maurizio Cavese fondato da Gianni Grasso, con il quale forma uno dei binomi più riusciti della ristorazione italiana. Talentuoso e attento ai dettagli, ma soprattutto grande creativo, riesce ad elevare la tradizione gastronomica innovandola: ecco che, per esempio, il caffè, uno dei simboli della tavola italiana, viene decontestualizzato e diventa salsa per le carni, espediente che lascia gli ospiti orientali di stucco.

Tuttavia, racconta lo chef, far apprezzare la cucina italiana in Asia non è solo questione di sapori, ma di conoscenza della cultura locale e adattamento ad essa: “Non sono pochi i problemi da affrontare. I gusti diversi, gli  ingredienti introvabili, usi e costumi da conoscere e rispettare. In alcuni luoghi le donne in gravidanza non possono mangiare zafferano, senza contare la grande attenzione da prestare alle restrizioni religiose. Anche ingredienti semplici e di base come il sale e lo zucchero devono essere dosati in maniera totalmente differente”.