Pubblicato il

Sophie Marceau: “Non chiamatemi nymphomaniac!”

Intervista esclusiva all’icona della commedia francese nei panni di sex-addict in una nuova storia romantica

Sophie Marceau
 Copyright TF1 Films Production

Ne è passato di tempo da quando la vedevamo alle prese con i primi baci da ragazzina sulle note di “Reality” di Richard Sanderson. Tre decenni nel futuro Sophie Marceau ha ancora tanta di quella grinta tale da rivelare i suoi 47 anni in quello che sono in realtà: solo un numero sul suo documento. Bellissima e con un sense of humour che parte in primis dall’autocritica, la Marceau dice le cose come stanno assicurandosi per prima cosa di scendere immediatamente da quel trono dell’entertainment francese su cui è stata messa nel corso di una carriera di trent’anni.

Sul grande schermo la ritroveremo presto avvinghiata a un uomo nel retrobottega di un ristorante. Così si presenta in una sequenza di “Sex, Love & Therapy”, pellicola che inizierà il suo giro nei cinema europei in autunno. Una commedia romantica in cui l’iconica Marceau interpreta una donna assetata di sesso: “Non una ninfomane però – racconta in esclusiva a Stile.it – C’è una differenza tra ninfomane e sex-addict. Io interpreto questo secondo tipo di persona e cioè una che ama avere un orgasmo al punto da averne dipendenza. È come l’alcolismo o la dipendenza dalla droga. La sex-addiction è una malattia: chi è colpito è alla costante ricerca di sesso. Una ninfomane invece è una che non riesce a raggiungere l’orgasmo, quindi cerca sesso tentando di riuscirci. Sono due cose diverse”. Di certo l’attrice ha fatto i compiti a casa nel prepararsi a questo ruolo, però specifica: “L’ho accettato solo perché era una commedia. La sex-addiction non viene trattata spesso al cinema. Se mi avessero proposto una cosa alla Lars Von Trier avrei rifiutato o comunque mi sarei interrogata tanto, perché, sotto sotto, sono molto pudica e modesta”.


Ascoltando le sue parole mi fa capire di aver accettato subito la proposta di interpretare una donna alla ricerca costante di sesso. È andata così?
Sì, perché ho capito che non avrei fatto un film volgare né una commedia spazzatura. Questa commedia parla invece della difficoltà di comprendersi all’interno di una coppia, e cioè la storia della mia vita. Di tutte le vite. Il modo in cui il sesso viene trattato nel film è molto piacevole. Questo personaggio non è cupo, piuttosto è una donna libera senza alcuna responsabilità familiare. Senza un marito. Una che trasforma il suo bisogno d’amore in qualcosa di molto fisico, il sesso.

Immagino che dopo anni e anni passati sui set in tutto il mondo Sophie Marceau non ha più paura di sfidare i suoi limiti. Quanto è impavida?
Sul lavoro non ho mai paura. Vorrei che fosse così anche nella vita. Credo che la paura sia spesso il problema principale dietro ogni difficoltà. Ecco perché cerco di scacciarla sul set. Tanto, diciamoci la verità, che rischio corro? Non potranno mai linciarmi o bruciarmi viva per un ruolo al cinema. Sono abituata ad attirare critiche negative e avere a che fare con parte di pubblico che non mi apprezza. Quello che faccio invece è difendere i miei ruoli con le unghie e con i denti: questa sex-addict è una persona molto carina e piena d’amore. Sono stata guidata da questi sentimenti quando ho interpretato il film.

Vorrei chiederle anche delle scene di sesso: come si pone a tal proposito sia da attrice che da spettatrice?
Credo che il cinema non debba essere un’esatta copia ricalcata della realtà. Non mi piace il cinema troppo realistico. Quindi un po’ rimango disturbata quando il sesso sul grande schermo viene mostrato come nella realtà. Non mi interessa. Non sono andata a vedere un documentario, ma un film. Da attrice il mio lavoro è interpretare la realtà. Questa cosa mi piace molto. Il cinema non deve essere oggettivo, quando questo accade allora perde tutto il mio interesse. Io sono sempre alla ricerca di qualcosa di personale.

Sex, Love & Therapy è diretto da Tonie Marshall. In Francia avete tante registe donne, un po’ il contrario di quanto accade dall’altra parte dell’oceano negli USA…
Senza dubbio. Credo che il cinema francese sia più sensibile e più femminile. Basta vedere che abbiamo tante registe donne, mentre negli USA si contano sul palmo di una mano. Riesci a pensarne a più di cinque così di botto oppure pensi solo alla Bigelow? Detto questo credo che non si tratti solo di cinema, piuttosto di una lotta generale. Quella in cui da una parte ci sono le donne che vogliono gli stessi diritti degli uomini, e dall’altra una società che ha già deciso che gli uomini possono esprimersi e avere successo e alle donne invece tocca restare chiuse in loro stesse. È un problema di mentalità, una continua battaglia che non smetteremo mai di combattere in Francia come in America come altrove. I grandi movimenti femministi sono nati negli USA proprio perché lì la situazione era molto più difficile. Abbiamo ottenuto i nostri diritti, ma la battaglia è tutt’altro che vinta.

Quale qualità dunque Sophie Marceau si tiene stretta al petto più di qualunque altra cosa?
Certamente non sacrificherei mai la libertà di espressione. Non mi importa trovarmi in una zona sicura nella mia carriera come nella mia vita, io sarò sempre pronta a dire la mia e lottare per quello che penso. Nella mia vita ho fatto scelte difficili, ma ho sempre scelto la libertà di pensiero su ogni altra cosa.

Alla fine di ogni intervista chiedo sempre: qual era il poster che aveva in camera da ragazzina?
Incollavo i più bei pacchetti di sigarette sul muro. Li adoravo.

Ha smesso di fumare oggi?
Smetto di fumare ogni tanto. Regolarmente. È una cosa che capita spesso nella mia vita.

Sex, Love & Therapy, attualmente alla ricerca di un distributore per l’Italia, è prodotto da Arena Productions, Tabo Tabo films, Cinéfrance e TF1 Films Production.