Pubblicato il

Fuleco i suoi amici: le mascotte dei mondiali

Animaletti, vegetali o personaggi di fantasia, le mascotte che simboleggiano i Campionati del Mondo

mascotte mondiali
LaPresse

Ben prima di saper chi sarà il vincitore di questo attesissimo Mondiale di Calcio, c’è già una star sul campo di gioco, ed è uno che di pallone se ne intende: Fuleco, l’armadillo di Brasile 2014. La mascotte del campionato è stata scelta non solo per la simpatia e per il fatto che si raggomitola e diventa una palla, ma anche per fare un po’ di luce sul pericolo che gli armadilli corrono, in particolare la specie chiamata bolita, un tempo molto diffusa in Brasile e oggi a rischio estinzione. Il nome della mascotte di quest’anno deriva dalla contrazione delle parole futebol (calcio) ed ecologia, e speriamo vivamente che utilizzarlo come simbolo del Mondiale serva a sensibilizzare e mobilitare il paese per la sua salvaguardia. I suoi capelli azzurri come l’acqua del Brasile vogliono ricordare l’importanza di difendere l’ambiente.

Ma Fuleco non è certo l’unico animaletto ad aver fatto da testimonial al più grande evento calcistico del mondo: sono 13 i suoi ‘colleghi’ passati, e si tratta per lo più di animali, ma anche di vegetali o personaggi di fantasia, che simboleggiano in qualche modo il Paese ospitante. La tradizione delle mascotte FIFA è cominciata nel 1966 con Willie, il leone-simbolo dei mondiali giocati nel Regno Unito, che indossava la maglia con la Union Jack, la bandiera inglese, e la scritta World Cup. A seguire è arrivato Juanito, il ragazzino paffutello con sombrero che fu la mascotte del mondiale disputato in Messico nel 1970.


Zakumi, mascotte di Sudafrica 2010. Foto LaPresse

Successivamente la World Cup si giocò nella Germania dell’Ovest, e la mascotte fu doppia: Tip e Tap erano due ragazzini che portavano le maglie della loro squadra con stampate le lettere WM (Weltmeisterschaft, cioè ‘Coppa del mondo’) e ’74, l’anno. Ai due piccoli tedeschi seguì un giovane argentino, Gauchito, mascotte di Argentina 1978 che indossava la maglia nazionale con gli accessori tipici del gaucho: il fazzoletto, la frusta e il cappello che porta data e luogo. Da allora il mondo vegetale e animale tornarono protagonisti. I Mondiali di Spagna 1982 sono simboleggiati da Naranjito, una grossa arancia che indossa la divisa della nazionale e tiene in mano un pallone. E se in Spagna hanno scelto le arance, in Messico 1986 è il turno del peperoncino: altro campionato messicano, altra mascotte con sombrero, ma stavolta è Pique, un peperoncino verde, ad indossarlo, con tanto di baffoni.

La prima mascotte che non proviene dal mondo naturale è stata quella di Italia ’90: ricorderete tutti Ciao, l’omino fatto di cubi nei colori della bandiera italiana e con un pallone al posto della testa. Tornano gli animali con USA ’94 e la mascotte Stryker, un cane che indossa una divisa di calcio con i colori della bandiera. E’ poi il turno di Footix, il galletto di Francia 1998, emblema nazionale con il corpo blu, la testa rossa e il pallone bianco in mano. I Mondiali di Corea e Giappone del 2002 vantano invece un trio di mascotte: Ant, Kaz e Nik. I tre personaggi di fantasia rappresentano una squadra, l’Atomball, con allenatore (Ato, la mascotte arancione) e i due giocatori viola e blu.

E si arriva così ai più recenti Goleo VI & Pille, simboli di Germania 2006: un leone e una palla da calcio parlante, che confermano la tradizione tedesca della doppia mascotte. Infine, i Mondiali del Sudafrica giocati nel 2010 avevano come emblema Zakumi, un leopardo dalla chioma verde come l’erba del campo di calcio.

Potrebbe interessarti