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Majorelle, il tesoro marocchino di Yves Saint Laurent

Considerato come uno dei giardini più belli al mondo, questo paradiso salvato dal grande stilista si rivela essere un angolo di pace, tra piante esotiche e deliziose costruzioni che combinano stile arabo-berbero e Art Déco

Polmone verde Majorelle
Courtesy of©Livia Fabietti

Il suo nome ha un eco di portata mondiale: Yves Saint Laurent è uno dei più grandi stilisti del XX secolo, un genio creativo che ha rivoluzionato il sistema della moda con il suo stile unico, in grado di rendere ogni donna elegante, moderna e raffinata.

Il gusto del bello non rimane una prerogativa delle più prestigiose passerelle: volgendo l’attenzione in quel di Marrakech, la famosa città rossa del Marocco, ecco che in una terra realtà così arida fa capolino un angolo dal fascino esotico, un vero e proprio polmone verde, un punto di riferimento dove trovare rifugio dal brusio della Medina soprattutto durante le più afose giornate estive.

Spostandosi nella parte nuova della città, ecco che a spalancare le porte è quell’eden mozzafiato conosciuto come i Giardini di Majorelle, il cui nome è legato alla figura dell’artista francese Jacques Majorelle, celebre pittore che, nel 1919, abbandonò la sua terra natale per trovare ospitalità proprio da da questo angolo di Marocco, sedotto dal fascino autentico delle regioni berbere. Fu allora che decise di costruire una bellissima villa in stile liberty, un locus amoenus dove trovare pace lontano dal caos metropolitano, un microcosmo che avesse la funzione di musa ispiratrice per le proprie opere stimolato dalle vibranti emozioni regalate da tutti quei colori.

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La sua dimora, che spicca dalla fitta vegetazione, è stata realizzata grazie alla collaborazione dell’architetto Paul Sinoir che scelse un bellissimo blu acceso per dipingerne le mura, un colore divenuto famoso come “bleu majorelle”, la cui lucentezza è esaltata dal contrasto con il lussureggiante verde delle piante che lo circondano, cactus, noci di cocco, bambù, gelsomini, palme, bougainville, fiori di loto etc.  

Il signor Jacques era un collezionista, amava essere contornato da bellezze provenienti dai cinque angoli del mondo, un capolavoro quello che riuscì a creare, un prestigioso luogo il cui fascino non ha mai smesso di emozionare, nemmeno dopo la sua morte, avvenuta a causa di un’incidente stradale nel 1962. Fu proprio allora che entrò in scena Ysl che, innamoratosi di questo paradiso, decise di sottrarlo all’abbandono ed al degrado acquistandolo insieme a Pierre Bergé: dopo alcuni lavori di restauro, tornò all’antico splendore.

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Fu davvero amore a prima vista tanto che, proprio tra le sue mura, il grande nome dell’alta moda decise di essere sepolto. Oggigiorno una passeggiata in questo polmone verde è un momento di fuga dal caos di una città frenetica quale Marrakech e, una volta varcato l’ingresso, il tempo si ferma, si viene rapiti da una  dimensione mistica che sembra portare in altri mondi, tra contrasti cromatici, profumi inebrianti e strutture che tengono fede a quanto prescrive il Corano: si tratta infatti di un classico giardino islamico cinto da mura e, al centro, ricco di giochi d’acqua tra fontane e ruscelli.

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