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Shannon Galpin, la ciclista attivista per le donne

Da una montagna all’altra in mountain bike. Un bel viaggio, ma in Afghanistan, dove le donne non possono andare in bicicletta, significa molto di più

Ciclista
Deni Bechard

Una pedalata può significare molto, molto di più di una presa di coscienza nei confronti dell’ambiente, della scelta di un mezzo di locomozione rilassante, di uno stile di vita slow. In paesi come lAfghanistan (e non solo) implica sfidare lo status quo, reclamare diritti, prendersi quella libertà che nessun’altro ti concede se sei donna. Andare in bicicletta per una donna in Afghanistan è un gesto rivoluzionario, e Shannon Galpin lo ha usato come messaggio da mandare a tutte le afghane, gli afghani e al mondo intero, pedalando per tutto il paese sulla sua mountain bike, e fondando l’organizzazione Mountain2Moutain, che si occupa di diritti delle donne e ciclismo.

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Andare in bicicletta non è formalmente vietato, ma piuttosto è una forma di tabù culturale difficile da sradicare, associato alla ‘promiscuità’ e, in senso più lato, alla libertà di cui le donne non possono godere. Il ciclismo dunque diventa una forma di ‘disobbedienza civile’, di presa di coscienza, emblema di un’attività tanto elementare, tanto comune nel resto del mondo, negata in alcuni paesi a causa di un bigotto fondamentalismo. Shannong Galpin si dedica al ciclismo attivista in Afghanistan dal 2006, e usa le ‘pedalate’ come mezzo per far luce sulla condizione femminile nel paese. La sua avventura nella valle del Panshjr è diventata un libro, che si intitola proprio ‘Mountain to mountain’, e le ha fatto meritare il titolo di National Geographic Adventurer, oltre che ispirare una serie di iniziative in America a sostegno del suo progetto.


Foto di Deni Bechard

Moutain2Mountain è sostenitrice dell’Afghan National Cycling Team, la squadra femminile di ciclismo, e insieme collaborano a diverse iniziative su pedali per parlare alla gente di libertà, di diritti, e, perché no, di divertimento. Secondo Shannon infatti, oltre alle battaglie politico-sociali, paesi come l’Afghanistan hanno bisogno di scrollarsi di dosso una sorta di apatia, di costrizione mentale: ecco che l’attivista ha fondato anche un progetto dedicato allo smuovere le coscienze ed aprire le menti attraverso l’arte, la musica, lo sport. Combat Apathy si occupa di portare eventi e mostre nelle aree urbane e rurali del paese, perché la gente possa comprendere l’importante concetto di creatività come liberazione, ma anche semplicemente svagarsi.

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A questi progetti si aggiungono le iniziative dedicate alle carceri femminili, dove si impegna a dar voce alle detenute attraverso i TED talks che tiene, gli articoli che scrive (è regolare collaboratrice dell’Huffington Post). Inoltre, intervista periodicamente giornalisti, insegnanti, persone comuni, ma anche, quando può, politici di spicco. I suoi progetti hanno valicato i confini Afghani giungendo in Pakistan e Nepal. Insomma Shannong Galpin è una donna che ha deciso di dedicare la vita alla causa femminile, in cui mette una grande passione e soprattutto un’immensa forza, scaturita dalla volontà di non subire per sempre le ferite di una violenza che lei stessa ha subito. Decisa a non farsi annientare, ha voluto dedicare tutto il suo impegno e la sua carriera ai diritti delle donne, alla loro emancipazione e a contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme, anche quando impedisce ‘semplicemente’ una pedalata in bicicletta.

Trovate maggiori informazioni su Shannon Galpin sul suo sito ufficiale e su quello di Mountain2Mountain.