Pubblicato il

Aids, quando l’ignoranza uccide

4000 i nuovi casi ogni anno: le regioni con più casi sono Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Al via una serie di iniziative per aumentare consapevolezza e informazione

Aids
Courtesy of © www.salute.gov.it
Da quando il virus HIV è apparso nel mondo, nel 1982, sono 75 milioni le persone contagiate e 36 milioni i morti. Ma l’HIV può essere fermato, perché ci sono gli strumenti per prevenire il contagio e le cure per tenere sotto controllo la carica virale, garantendo al contempo una buona qualità della vita. HIVNonfermiamoci diventerà anche un sito www.hivnonfermiamoci.it nel mese di dicembre e darà vita nel 2015 a una serie di attività continuative rivolte sia al pubblico che ai medici. 
 
Dopotutto l’AIDS continua a mietere ogni anno milioni di morti. E non c’è Ebola che tenga rispetto a un contagio di così catastrofiche proporzioni. Dalla metà degli anni Ottanta ad oggi, però, la distribuzione dei casi per modalità di trasmissione ha subito un notevole cambiamento: la proporzione di casi dovuti alla trasmissione per scambio di siringhe è diminuita dal 76,2% nel 1985 al 5,3% nel 2012, mentre sono aumentati i casi attribuibili a trasmissione sessuale. In particolare, i casi attribuibili a trasmissione eterosessuale sono aumentati dall’1,7% nel 1985 al 42,7% nel 2012 e i casi attribuibili a trasmissione omosessuale nello stesso periodo sono aumentati dal 6,3% al 37,9%.
 
Secondo la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali oggi il numero di nuove diagnosi di infezione da HIV si è quasi stabilizzato: 4000 i nuovi casi ogni anno. Più della metà delle segnalazioni sono pervenute da tre regioni: Lombardia (27,6%), Lazio (14,5%) ed Emilia Romagna (10,4%). E’ possibile stimare che circa 150mila persone in Italia siano sieropositive. Il dato allarmante è che l’età in cui viene posta la diagnosi sia sempre più alta con una età mediana di 38 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine. 
 
Il primo grande problema degli italiani, però, è il loro livello di ignoranza. Non nel senso generale del termine, ma nella sua accezione esclusiva: troppo spesso, infatti, l’infetto non sa di esserlo. Almeno una persona su due. Almeno il 44% dei soggetti infetti non riesce oggi, nonostante la elevata efficacia delle terapia, a controllare la viremia nel sangue. Secondo le stime riportate da SIMIT, in Italia sarebbero 60mila le persone con HIV che non hanno una viremia controllata, con le conseguenze di rischio clinico e di trasmissione dell’infezione a livello epidemico, a causa di questa incontrollata “carica virale”.
 
Inutile dare la colpa alle cause farmaceutiche e a un ipotetico vaccino che potrebbe anche non arrivare mai. Inutile dare la colpa all’infetto che non ha avvisato prima del rapporto. Inutile montare sovrastrutture teoriche secondo cui tale virus possa esser stato costruito in laboratorio. Inutile additare le grandi aziende mediche sui loro vantaggi economici a dieci zeri. Inutile tutto. Solo una cosa è utile: la conoscenza. Perché l’unico modo, anzi, il primo passo per combattere il virus è la consapevolezza che il preservativo va messo, sempre. E nessuno dovrebbe e potrebbe dirvi il contrario. Sia per l’Hiv, sia per le tantissime altre infezioni che potrebbero essere trasmesse. E non c’è “passione” che tenga, se non quella per la vita. Per la tua, per quella altrui. Abbine cura, almeno tu.

Leggi anche:

 
 
Stile.it sceglie e raccomanda in maniera indipendente prodotti e servizi che si possono acquistare online. Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti nel testo, Stile.it riceve una commissione senza alcuna variazione del prezzo finale.
Categorie PeopleTag