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Acquariofilia: quanto ne sai?

Quello dell’acquario è una passione che richiede competenze ben precise

Pesci rossi
Press Office Tetra

Quello di allevare pesci in ambienti creati artificialmente è un hobby che risalirebbe addirittura agli antichi Romani, agli Egizi, ai Sumeri e alle popolazioni dell’antica Cina. L’idea di tenere pesci in laghetti artificiali per poi cibarsene è originariamente alla base di questa attività, ma sembrerebbe che i colori particolarmente accesi e gradevoli di alcuni tipi di pesce abbiano stimolato la volontà di tenerli come animali da compagnia già molti secoli or sono.

Ad oggi gli acquari casalinghi, disponibili in tantissime dimensioni e tipologie, sono un elemento d’arredo da un lato, e rappresentano una vera passione per la biologia acquatica dall’altro. Sono molti infatti gli appassionati acquariofili, esperti nell’assolvere a tutti i ruoli che solitamente svolge la natura: ricreare un ambiente marino o lacustre in un acquario infatti non significa solo, come purtroppo molti pensano, mettere l’acqua in un recipiente e infilarci un pesciolino, ma ricreare habitat che siano il più possibile simili a quelli dove gli abitanti della vasca vivrebbero. Si deve cioè essere in grado di ricreare un equilibrio naturale, un ecosistema.

Il più importante requisito è naturalmente quello delle condizioni dell’acqua. Innanzitutto, la salinità determina il tipo di pesci e piante che possono vivere in quell’acquario (esistono acquari d’acqua dolce, i più comuni, d’acqua marina, piuttosto difficili da mantenere ma spesso scenografici, e d’acqua salmastra, meno diffusi). Occorre poi tenere conto della durezza dell’acqua, del ph, della temperatura; e ancora del ciclo dell’azoto, la gestione dei rifiuti organici prodotti dagli abitanti dell’acquario (gli acquari più equilibrati sono abitati da batteri che metabolizzano gli scarti della vasca producendo nitriti, e altri ancora che a loro volta trasformano i nitriti in nitrati). Senza dimenticare l’importanza delle dimensioni della vasca. Tutte queste peculiarità, e molte altre, vanno seguite accuratamente in base alle tipologie di pesci che vogliamo abitino la vasca, alle loro dimensioni e alla quantità. In linea generale non è semplice realizzare un habitat perfetto, che dev’essere il punto di partenza: prima occorre ricreare nella vasca l’ambiente desiderato, e solo allora si possono inserire i pesci. Gestire un acquario non significa solo mettere acqua e un pesce rosso nella boccia, ma coltivare le piante e alghe adatte, sistemare le rocce e i fondali che esso troverebbe in natura, conoscere tutte le particolarità e le necessitò delle specie che vi si inseriscono.

Un acquario non è semplicemente un soprammobile, ma l’ecosistema in cui vivono animali da compagnia. Un acquario gestito correttamente permette ai pesci di socializzare e a volte di riprodursi, se vengono mantenuti in ottime condizioni. Non manca chi critica questa passione da una prospettiva animalista, trattandosi comunque di animali costretti in ambienti ristretti, ma gli acquariofili ribattono che è la mala-gestione degli acquari a gettare un’ombra su un’attività che, invece, a loro dire, garantisce il benessere dei pesci, ‘costretti’ in un ambiente artificiale tanto quanto lo sono cani e gatti domestici. Insomma, se questa passione vi attrae non prendetela sotto gamba, ma seguite le istruzioni di siti di informazione specializzata, come it.hobby.acquari o acquariofiliaconsapevole.it, o chiedete pareri ad esperti.

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