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Art de la table: piatti in porcellana

Servizi di alta manifattura artistica per una mise en place suggestiva

Piatto porcellana
Richard Ginori

Apparecchiare con eleganza, disponendo servizi di pregio e presentazioni curate: l’art de la table è più di una mise en place, è stile, personalità, è espressione di intenti e di passioni. Che comincia dai suoi grandi protagonisti, i servizi di piatti che grazie alla porcellana rivelano classe, amore per la manifattura e in certi casi brio e anticonformismo.

Se parliamo di eccellenza manifatturiera e di porcellane italiane il pensiero non può che correre diretto a Richard Ginori, vera e propria colonna portante della produzione artigianale nostrana. L’azienda di Sesto Fiorentino, oggi rilevata da Gucci (gruppo Kering) ha presentato in anteprima le collezione 2015 a Homi Milano, evento dedicato agli stili di vita che precede il Fuori Salone. Le forme iconiche del brand prendono vita grazie alle decorazioni realizzate rigorosamente a mano: ecco che nascono Italian Pois – in cui la sobria freschezza delle fragole e delle coccinelle incontra l’essenziale eleganza dei pois; Cirque des Merveilles, dove giochi di luce ricalcano scene di fantasia, per poi giungere a rigorose geometrie per un servizio ludico e sopra le righe; Volière, caratterizzata da un decoro prezioso che riproduce immagini di colibrì e altri uccelli su festoni incorniciati da motivi floreali delicatamente sottolineati da un profilo in oro zecchino.


Cirque des Merveilles – Richard Ginori

Una mise en place anticonformista e inusuale, ma per nulla carente di pregio, è quella dei piatti Hybrid, che Seletti ha fatto realizzare al collettivo multidisciplinare CtrlZak, che prende assolutamente alla lettera il concetto di ‘ibrido’ e di ‘fecondazione intellettuale’: i piatti della collezione, realizzati in porcellana Bone China, sono decorati con pattern che li dividono esattamente a metà. Due temi, due culture, la tradizione europea da un lato, quella dell’estremo oriente dall’altro, non solo nel disegno ma anche nella bordatura del piatto stesso, come se le due metà fossero state fatte forzatamente combaciare. La porcellana Bone China è stata svilppata dal vasaio inglese Thomas Frye alla fine del XVIII secolo, e si tratta di un materiale composto di cenere di ossa, fedelspato e caolino che dà vita a manufatti altamente resistenti, rinomati per il candore e la trasparenza.


Hybrid- Seletti

Se volgiamo lo sguardo Oltralpe invece, troviamo un’altra collezione di piatti di porcellana decorati in tema ‘est’, ma questo è un oriente più vicino (geograficamente parlando): si tratta dell’Uzbekistan, i cui motivi ornamentali tradizionali vengono riprodotti sulle stoviglie della collezione Assiettes Affameés che si trova su Tsé&Tsé Associeés. Le varianti Khiva, Samarkand, Boukhara e molte altre riprendono i motivi classici uzbeki in diverse tonalità impresse su piatti di porcellana smaltata bianca realizzati a mano in Francia. Altro sguardo che vale la pena rivolgere oltre i confini nazionali è quello diretto verso la Germania, dove Rosenthal rappresenta l’eccellenza nella lavorazione della porcellana (e del vetro) dal 1879. Tra le tante proposte del marchio, gli elegantissimi piatti della collezione Tac Gropius Skin Gold, che riprendono la serie Tac dell’architetto razionalista Walter Gropius nel 1969, oggi riproposta con il classico motivo a mosaico accostato alla nuova finitura in oro, luminosa e raffinatissima.


TAC Skin Gold – Rosenthal GmbH