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Avvocato o avvocatessa? Il genere femminile nel mondo del lavoro

L’eterna questione sulla terminologia per le donne al potere secondo Babbel, l’app per imparare in modo semplice le lingue straniere

cancelliere tedesca
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La nostra società ha affrontato nei secoli diversi cambiamenti nei confronti della donna. Tra conquiste e insuccessi il ruolo femminile nel mondo lavorativo si è affermato con efficacia dimostrando affidabilità e versatilità spesso non appertenenti agli uomini. Le terminologie sono lo specchio di questi mutamenti e Babbel, la app per imparare facilmente le lingue straniere, ne ha analizzate alcune servendosi dei suoi corsi, per scoprire come i vari Paesi abbiano affrontato la questione dei generi maschile e femminile nell’ambito lavorativo.

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La lingua italiana ha due generi grammaticali, ma spesso le professioni femminili conservano titoli propri degli uomini: l’avvocato Maria Rossi e il ministro Carfagna… Sebbene nella lingua parlata le cose stiano cambiando, le forme femminili fanno fatica ad imporsi nella terminologia ufficiale. È il caso anche di “architetto”, “assessore” o “consigliere”. Il cambio di ruolo della donna che lavora in alcuni ambiti è documentato nella lingua parlata e a volte nei media, dove troviamo anche “avvocatessa” e “ministra”, ma a tutt’oggi il cambiamento non è ancora sancito ufficialmente. Frasi come “Il ministro è incinta”, stridenti alle orecchie di chiunque, evidenziano questa discrepanza.

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Nella lingua francese la questione è stata affrontata in due modi: mentre la Francia resta attaccata al maschile per i titoli di prestigio – anche qui “il ministro” presenta la forma maschile, creando però al femminile un ibrido curioso come “madame LE ministre” (madame IL ministro), in Québec hanno sancito per legge nel 1979 il doppio uso, maschile e femminile, nelle professioni.

FOTO: QUEBEC, 400 ANNI
 
A dispetto delle differenze palesi, c’è una cosa in comune tra queste due lingue: entrambe hanno sia il maschile che il femminile in pressoché tutte le professioni. Lo spagnolo sostituisce la finale maschile -o e la sostituisce con la -a, come ad esempio “ministro/ministra”, o aggiunge una -a alla fine della professione (juez/jueza – il/la giudice).

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Il tedesco funziona più o meno allo stesso metodo e in generale aggiunge il suffisso -in per evidenziare il femminile. La donna più importante nella politica tedesca, Angela Merkel, è quindi la “Bundeskanzlerin”, la Cancelliera. Molte definizioni stanno però cambiando e andando verso una neutralizzazione: invece di “cameriere” o “cameriera” si userà la parola generica “il servizio”.