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Fichi, golosità di settembre

I fichi sono una vera e propria delizia da consumare fresca in questa stagione

Fichi neri
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Succulenti, dolcissimi, goderecci: i fichi sono uno di quei frutti che i buongustai attendono con trepidazione tutto l’anno, e che a settembre regalano uno dei sapori più deliziosi che si trovino in natura. In verità non si tratta nemmeno di un frutto dal punto di vista botanico, ma dell’ingrossamento dell’infiorescenza – il frutto vero e proprio sono i semini contenuti all’interno. Alcune varietà danno alla luce anche i cosiddetti ‘fioroni’ ovvero i fichi precoci che si raccolgono nel mese di giugno, dalla consistenza più soda e leggermente meno zuccherina.

Sono però i fichi di settembre a costituire la quint’essenza della dolcezza, in tutte le loro varianti: ne esistono di piccoli e tondeggianti, oblunghi e grandi, verdi, bianchi, viola, rossastri, nero-bluastri, tutti indistintamente accomunati dal sapore dolce. E’ proprio il loro alto apporto di zuccheri che tuttavia li rende inadatti a chi ha problemi di iperglicemia, mentre per quanto riguarda i regimi dietetici lo ‘spauracchio’ delle calorie è spesso immotivato. Essi hanno infatti un consitente apporto calorico, ma non più dei mandarini, o dell’uva (circa 47 calorie per 100 grammi): insomma chi è a dieta può comunque mangiarne, basta non abbuffarsi. Al contrario i fichi secchi, deliziosi e reperibili tutto l’anno, sono altamente calorici ed energetici.

Dal punto di vista nutrizionale sono egregi apportatori di potassio, di calcio, di ferro, di vitamina A e del gruppo B. Sono ottimi antiossidanti, energizzanti (fare merenda con due o tre fichi al posto di dolci o carboidrati elaborati è un ottimo modo per darsi la carica senza appesantirsi), fanno bene alle ossa, sono antinfiammatori, e inoltre hanno eccellenti proprietà digestive. Sono inoltre noti per stimolare la mobilità intestinale. Vero e proprio dessert se consumato crudo, il fico si presta ad accostamenti golosi come quelli con il gelato, con la panna, con la ricotta, con la frutta secca, e anche alle preparazioni salate come insalate, associato a formaggi, alle carni, al prosciutto e nella tradizione romana alla mitica pizza e fichi. Sono inoltre ottimi per la preparazione di marmellate.

La simbologia del fico è assai vasta, e abbraccia diverse culture, latitudini ed epoche diverse. Il fico è strettamente legato alla storia di Roma per esempio: si narra che la cesta contenente Romolo e Remo si arenò sotto un fico anziché venir trasportata dalle acque del Tevere, e fu lì che la leggendaria lupa li trovò e allattò. Per i buddisti e gli induisti i fichi sono simbolo di conoscenza. Nell’antica Grecia venivano coltivati negli ‘orti sacri’. Sono inoltre associati alla fertilità, all’abbondanza, addirittura all’immortalità. L’albero di fico è millenario, e sembra aver origine in Asia Minore, anche se la massima diffusione si ha nel bacino mediterraneo. Tutte le popolazioni dell’area ne facevano quindi uso sin da tempi remoti, cibo molto presente nell’alimentazione di un tempo, e a varie latitudini essi hanno assunto importanza alimentare e simbolica.