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Donne scienziate incapaci per il 70% degli europei 

Secondo un sondaggio, più della metà degli intervistati considera il genere femminile non in grado di intraprendere la carriera accademica

Donne scienziate
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La fiducia nella scienza e nelle sue capacità di migliorare aspettative e qualità della vita ha barriere di genere. Almeno secondo l’opinione comune. Infatti, un recente sondaggio condotto da Opinionway per conto dell’azienda Oreal, certifica come quasi sette europei su dieci, siano convinti che le donne non abbiano la capacità sufficienti di diventare scienziate di altro livello.

Gli intervistati, un campione di 5032 persone tra cittadini tedeschi, inglesi, spagnoli e italiani, è quindi convinto che quando si parla di scienza, maschio sia meglio che femmina. Solamente il 33% degli intervistati crede infatti che alle donne non manchi nulla per diventare delle buone scienziate.

Ma i pregiudizi, sono tuttavia più forti. Ironia della sorte, essi si dimostrano più persistenti tra la popolazione tedesca. Un dato curioso se si pensa che il capo del Governo, Angela Merkel è a tutti gli effetti una ex studentessa di fisica. Dopo di essi gli italiani, fermi al 70%. 

Tra le motivazioni della scarsa fiducia nei confronti delle donne nella scienza, una gerarchia di motivazioni. Le donne mancherebbero di fiducia in se stesse, 25%, di spirito di competizione (19%), di ambizione (15%) e di interesse per la scienza (12%). Per le donne infatti sarebbero più adatti mestieri a vocazione sociale, di comunicazione, o relativi alle lingue. Accanto a questo atteggiamento negazionista, si accompagna poi la capacità di riconoscere la discriminazione di genere in campo scientifico come una realtà. 

Solo il 3% delle donne con un premio Nobel è una percentuale troppo bassa per il 66% degli europei. Eppure, gli stereotipi persistono e influenzano in grande misura le opportunità delle donne in campo accademico-scientifico.

Non è infatti una novità constatare come la loro presenza in termini di apporto alla scienza sia piuttosto inferiore, man mano che si procede in avanti con la carriera. Insomma le donne nella scienza esistono, ma non riescono mai a raggiungere posizioni apicali e sfondare il muro di cristallo che le separa dai colleghi maschi. Un peccato mortale per tutta la comunità scientifica e non solo. 

 
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