Il nome deriva dall’antico uso come foraggio per il bestiame, ma nei secoli ci si è resi conto che il fieno greco è una pianta che fa bene anche agli esseri umani. Non è tanto la pianta in sé quanto i suoi semi a rendere la Trigonella foenum-graecum un elemento che l’erboristeria e la fitoterapia tengono molto in considerazione.
I piccoli semi triangolari, dal colore bruno-giallo, non hanno un odore particolarmente invitante, anzi qualcuno lo definirebbe addirittura nauseabondo, tanto che un composto a base di fieno greco (semi tritati) è spesso arricchito con aromi naturali più gradevoli. Non manca comunque chi trova l’odore del fieno greco caratteristico e piacevole, e non ha problemi ad assumerlo puro. Ma per quale ragione? Il fieno greco è noto per il suo potere energizzante, e si rivela utile in caso di fiacchezza e astenia. E’ infatti una importante fonte di sostanze ricostituenti e stimolanti, tanto che si assume in caso di convalescenza e denutrizione, tra cui molti minerali (ferro, rame, manganese, magnesio) e numerose vitamine, in particolare del gruppo B, riboflavina, tiamina: è inoltre fonte di oli vegetali, grassi e proteine.
I semi di fieno greco sono inoltre utilizzati per le virtù espettoranti. Ancora, sono utilizzati sin da tempi remoti per le proprietà che favoriscono la lattazione delle neomamme – a rischio tuttavia di conferire un sapore sgradevole al latte, e le proprietà tonico-stimolanti sono sfruttate come rimedio popolare per contrastare l’eccessiva magrezza e per ammorbidire le forme nelle donne (i fitoestrogeni che contiene favoriscono l’aumento del volume del seno). Non mancano studi che associano il fieno greco all’abbassamento della glicemia nel sangue, perché riduce l’assorbimento degli zuccheri – ma anche di altri nutrienti – e conferiscono ai semi proprietà ipocolesterolemizzanti.
