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Bugiardi, avete le ore contate!

Scoprire le menzogne è possibile. Grazie alla scienza e alle esperienze con i “pinocchi”

Tensioni di coppia
Courtesy of©istock
Le bugie fanno parte della vita. Tutti mentono ogni giorno e che lo si faccia in buona o cattiva fede ha poca importanza; spesso le frottole hanno le gambe corte e lasciano il tempo che trovano. Alcune persone mentono spudoratamente senza rendersi conto di mostrarsi palesemente bugiarde, ma è nei casi in cui la menzogna può creare danni che la scienza entra in campo.
 
I vasti studi su mimica facciale, gesti e piccoli tic nel dire bugie hanno portato la scienza a fare grandi passi avanti in campo di “smascheramento di Pinocchi”. Qualche dritta per “sgamare” i bugiardi può sempre essere utile. Non si tratta di pure intuizioni, ma di tecniche comprovate da studi scientifici come quelli condotti da anni dal professor R. Edward Geiselman – psicologo alla UCLA – che, tra le altre cose, insegna tecniche d’interrogatorio alle forze dell’ordine, e agli agenti di Cia ed Fbi.

 
Sono numerosi i segnali che rivelano le bugie. Innanzitutto un buon bugiardo, a differenza di quello che si crede, parla poco e si attiene solo allo stretto necessario. Chi mente dice poco e tende inoltre a giustificarsi su quel poco anche se non sarebbe necessario. Per guadagnare tempo, ripete la domanda che gli è stata appena fatta e parte raccontando a velocità ridotta la sua versione dei fatti per permettere al suo cervello di inventarsi una risposta credibile. 
 
Appena la bugia prende forma nella sua mente, aumenta la velocità del racconto. Tiene inoltre d’occhio le reazioni dell’interlocutore per capire se la sua balla viene presa sul serio. Mentire non è affato semplice: è un’arte e i bugiardi spesso tendono a non completare le risposte, magari tornano indietro per aggiungere qualche dettaglio per “dare maggior credito” a frasi dette (o inventate) in precedenza. 
 
Udite, udite: non è affatto detto che gesticolare sia sinonimo di menzogna. Una persona sincera muove le mani tanto quanto potrebbe farlo un bugiardo. Ma un elemento caratteristico di una persona falsa risiede di sicuro nella tendenza a serrare le labbra di fronte a una domanda scomoda o toccarsi, giocherellando con i capelli o con le mani. Una persona sincera, al contrario, avrà gesti che si rivolgono verso l’esterno.
 
Un consiglio: non serve a nulla contestare o chiedere ulteriori dettagli su un aspetto poco chiaro a un bugiardo perché tanto non parlerà, mentre una persona sincera (che non ha nulla da nascondere) negherà di mentire e fornirà altri particolari. Infine, quando si arriva al dunque, ovvero a domande davvero cruciali, la persona sincera distoglie lo sguardo per concentrarsi prima di rispondere, mentre il bugiardo lo fa per un attimo perché è impegnato a controllare le reazioni dell’interlocutore.

 
Due anni fa, durante il convegno inaugurale del Festival di Cultura psicologica di Milano, è stato presentato il Facial action coding system, il metodo dell’americano Paul Ekman per interpretare anche i più piccoli movimenti del volto. La ricerca, finanziata dal governo statunitense, si basa su teorie del passato, a partire da Charles Darwin e Silvan Tomkins, passando attraverso le analisi effettuate in tutto il mondo e indagando su ogni minimo comune denominatore nelle espressioni facciali associate alle emozioni. 
 
Secondo quanto emerso dagli studi, le emozioni base universali sarebbero espresse nella stessa maniera da tutti gli abitanti del pianeta, ma è necessario individuare quei momenti in cui il linguaggio verbale e quello non verbale si contraddicono. Queste discrepanze non dimostrano automaticamente che una persona stia mentendo, ma possono guidare un osservatore attento verso le domande giuste per permettergli di smascherare un eventuale bugiardo.