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Donne & Divorzio: un colpo al cuore

Uno studio rivela che dopo la separazione le mogli rischiano l’infarto nel 77% dei casi in più rispetto ai mariti. Risposarsi fa bene solo all’uomo

donna con dolore al petto
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È vero: oggi la parte debole del divorzio non è solo la donna. Sono milioni i casi di uomini che, finito il matrimonio, subiscono un crollo economico e cadono in depressione. Ma la depressione, anche se nella maggior parte dei casi può nuocere alla salute, di solito non comporta rischi per il cuore.
 
Per cuore intendiamo veri e propri problemi cardiaci, gli infarti. È stato provato che il divorzio aumenta il rischio d’infarto nelle donne più che negli uomini. A riverarlo uno studio dell’anno scorso condotto negli Stati Uniti dall’equipe della professoressa Linda K. George della Duke University e pubblicato sulla rivista Circulation. L’indagine è stata effettuata su un campione eterogeneo e molto esteso di uomini e donne  (circa 16.000 persone) di età compresa tra 45 e 60 anni. Questi sono stati seguiti per 18 anni, ad intervalli di due anni, (dal 1992 al 2010) al fine di indagare come il numero dei divorzi fosse associato all’incidenza d’ infarto nei due sessi.

 
I risultati? il rischio di infarto è significativamente più elevato nelle donne divorziate che negli uomini, specie se hanno affrontato più di una separazione nella loro vita. Il rischio è molto alto anche per le donne che si risposano, mentre non incide sugli uomini che affrontano un secondo matrimonio

 
Il divorzio per una donna è, quindi, un problema serio e da non sottovalutare, paragonabile addirittura a fumo, diabete e ipertensione. I meccanismi alla base di tale correlazione tra infarto e divorzio sono ancora poco conosciuti. Gli autori dello studio ipotizzano che tale differenza di genere sia riconducibile al maggiore stress a cui è sottoposta una donna, rispetto ad un uomo, in seguito alla fine di una relazione, sia dal punto di vista economico, sociale che emotivo. Tali “stress” sarebbero responsabili della ridotta capacità di prendersi cura di sé e quindi di prevenire o trattare una patologia cardiovascolare in corso. La sorprendente scoperta di questi ricercatori aiuterebbe a prevenire infarti anche ricorrenti.