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Le donne e il comando: un rapporto che funziona

Le soft skill femminili sarebbero cruciali per esercitare l’autorità

Donna manager
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Emotivamente intelligenti e votate per questo alla leadership aziendale. Questo il ritratto delle donne al comando in base all’analisi delle loro caratteristiche spiccate. É quanto emerge da una ricerca internazionale di Korn Ferry Hay Group che ha utilizzato il sistema Emotional and Social Competency Inventory che si basa su 12 parametri dell’intelligenza emotiva in grado di influire sull’andamento di business.

É emerso quindi che le donne hanno un punteggio più alto degli uomini in tutti gli aspetti dell’intelligenza emotiva, ad eccezione dell’autocontrollo dove non sono state osservate differenze di genere. 

I dati sono stati raccolti tra il 2011 e il 2015 sulla base di interviste condotte tra 55.000 professionisti con diversi ruoli di management di 90 Paesi, utilizzando il metodo Emotional and Social Competency Inventory (ESCI).

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Tra i 12 parametri dell’intelligenza emotiva in grado di influire sull’andamento di business: orientamento al risultato; capacità di adattamento; abilità in formazione e tutoraggio di nuove risorse; gestione dei conflitti; empatia; autoconsapevolezza emotiva; propensione alla leadership; ruolo di influencer; consapevolezza organizzativa; visione positiva; lavoro di squadra; autocontrollo.

Le donne hanno l’86% di probabilità in più degli uomini di essere considerate come esempio nell’adottare costantemente questa abilità (il 18,4% delle donne dimostra in modo coerente di essere autoconsapevole rispetto ad appena il 9,9% degli uomini).

Le donne, inoltre, hanno il 45% in più di probabilità di mostrare empatia

“La ricerca dimostra, tuttavia, che la realtà è spesso il contrario. Se fossero di più gli uomini ad adottare le competenze emotive e sociali come le impiegano le donne, sarebbero più efficienti nel loro lavoro”. “I dati suggeriscono la necessità di avere più donne che assumano ruoli di leadership nelle organizzazioni”, aggiunge Daniel Goleman, co-direttore del Consortium for Research on Emotional Intelligence in Organizations presso la Rutgers University.

“Mettendo in correlazione il fattore dell’intelligenza emotiva e i leader che raggiungono i migliori risultati di business, emerge la necessità di maggiore equità di genere. Le organizzazioni devono trovare il modo di indentificare i profili femminili con il punteggio più alto in queste competenze e valorizzarle”.

 
 
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